Il presente lavoro di ricerca propone una rilettura del percorso speculativo heideggeriano a partire dal problema del rapporto intercorrente tra la struttura affettiva dell’esistenza ed altre due componenti fondamentali dell’essere umano, rappresentate dalla comprensione e dal linguaggio. L’esame di quella modalità di accesso al mondo che è per Heidegger la situazione emotiva (Befindlichkeit) – un canale di esperienza che è risultato distinto ed autonomo rispetto al comprendere progettuale – ci ha portato a riconoscere la presenza di una dimensione ontologica fondamentale dell’esistere, che abbiamo denominato “patica” con riferimento al verbo greco "paschein", “patire”. Questa dimensione identifica il modo più originario del nostro accesso all’ambito fenomenico e rappresenta il “fondamento” – cioè la condizione di possibilità – dell’altra dimensione caratteristica dell’esistere, quella ermeneutica, costituita dall’insieme delle strutture, quali la comprensione, il discorso e l’interpretazione, che cooperano all’articolazione significativa della nostra realtà. Il lavoro è costruito intorno all’interpretazione dei due capisaldi dell’opera heideggeriana, "Essere e tempo" e i "Contributi alla filosofia", in quanto rappresentativi rispettivamente dell’ontologia fondamentale e del pensiero dell’evento. Il confronto analitico con queste due tappe essenziali del percorso speculativo heideggeriano ci ha fornito la giusta direttiva per muoverci indietro, in avanti e nel mezzo, lungo tutto l’arco della riflessione del filosofo tedesco. Conseguentemente, la tesi si articola in cinque capitoli, tra i quali il secondo ed il quarto, rispettivamente dedicati ad "Essere e tempo" e ai "Contributi alla filosofia", rappresentano i due perni dell’intera impalcatura. A partire dalle tesi centrali emerse dal confronto con l’opera del 1927, ed in particolare con la “triade” concettuale situazione emotiva-comprensione-discorso, è stato esplorato a ritroso il periodo dell’insegnamento friburghese e marburghese, cui è dedicato il primo capitolo. Sul biennio 1929-1930, inteso come fase di transizione tra l’ontologia fondamentale ed il pensiero della storia dell’essere, è invece incentrato il terzo capitolo, che analizza in particolare le esperienze pre-ermeneutiche dell’angoscia e della noia profonda. Infine, i risultati ottenuti dal confronto con "Essere e tempo" ed i "Contributi" vengono assunti nel quinto capitolo come «chiavi ermeneutiche» per accedere agli scritti appartenenti agli anni ’30-’60, nei quali viene sondata l’origine emotiva del filosofare e del Poetare in quanto modalità essenziali del dire.
Il fondamento "patico" dell'ermeneutico: affettività, pensiero e linguaggio nell'opera di Heidegger
PASQUALIN, CHIARA
2013
Abstract
Il presente lavoro di ricerca propone una rilettura del percorso speculativo heideggeriano a partire dal problema del rapporto intercorrente tra la struttura affettiva dell’esistenza ed altre due componenti fondamentali dell’essere umano, rappresentate dalla comprensione e dal linguaggio. L’esame di quella modalità di accesso al mondo che è per Heidegger la situazione emotiva (Befindlichkeit) – un canale di esperienza che è risultato distinto ed autonomo rispetto al comprendere progettuale – ci ha portato a riconoscere la presenza di una dimensione ontologica fondamentale dell’esistere, che abbiamo denominato “patica” con riferimento al verbo greco "paschein", “patire”. Questa dimensione identifica il modo più originario del nostro accesso all’ambito fenomenico e rappresenta il “fondamento” – cioè la condizione di possibilità – dell’altra dimensione caratteristica dell’esistere, quella ermeneutica, costituita dall’insieme delle strutture, quali la comprensione, il discorso e l’interpretazione, che cooperano all’articolazione significativa della nostra realtà. Il lavoro è costruito intorno all’interpretazione dei due capisaldi dell’opera heideggeriana, "Essere e tempo" e i "Contributi alla filosofia", in quanto rappresentativi rispettivamente dell’ontologia fondamentale e del pensiero dell’evento. Il confronto analitico con queste due tappe essenziali del percorso speculativo heideggeriano ci ha fornito la giusta direttiva per muoverci indietro, in avanti e nel mezzo, lungo tutto l’arco della riflessione del filosofo tedesco. Conseguentemente, la tesi si articola in cinque capitoli, tra i quali il secondo ed il quarto, rispettivamente dedicati ad "Essere e tempo" e ai "Contributi alla filosofia", rappresentano i due perni dell’intera impalcatura. A partire dalle tesi centrali emerse dal confronto con l’opera del 1927, ed in particolare con la “triade” concettuale situazione emotiva-comprensione-discorso, è stato esplorato a ritroso il periodo dell’insegnamento friburghese e marburghese, cui è dedicato il primo capitolo. Sul biennio 1929-1930, inteso come fase di transizione tra l’ontologia fondamentale ed il pensiero della storia dell’essere, è invece incentrato il terzo capitolo, che analizza in particolare le esperienze pre-ermeneutiche dell’angoscia e della noia profonda. Infine, i risultati ottenuti dal confronto con "Essere e tempo" ed i "Contributi" vengono assunti nel quinto capitolo come «chiavi ermeneutiche» per accedere agli scritti appartenenti agli anni ’30-’60, nei quali viene sondata l’origine emotiva del filosofare e del Poetare in quanto modalità essenziali del dire.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/95645
URN:NBN:IT:UNIPD-95645