Nel panorama dell’Etruria romana, il dossier epigrafico di Chiusi è senza dubbio tra i più significativi per ricchezza e continuità cronologica di attestazioni, che abbracciano un arco di tempo che va dall’epoca tardorepubblicana all’età paleocristiana. Queste si vanno ad aggiungere a un eccezionale repertorio di iscrizioni etrusche, il più ricco dell’intera regione, di cui si terrà conto per comprendere in che misura l’epigrafia latina di Clusium abbia risentito dell’influsso della tradizione precedente. Da queste premesse risulta evidente come l’approccio epigrafico rappresenti la via più immediata e forse l’unica strada percorribile per una ricerca storica di ampio respiro. Ancor di più, come vedremo, in considerazione dello scarso contributo fornito dalle altre fonti, in primis archeologiche, ma anche storiografiche. Ho ritenuto opportuno suddividere la trattazione in quattro sezioni principali, allo scopo di delineare un quadro che tenesse conto di diversi aspetti di carattere storico, socio-economico e prosopografico. Nella prima parte è stato fornito un quadro introduttivo sullo scenario politico-amministrativo all’indomani della definitiva conquista romana, cercando così di individuare alcuni punti di riferimento essenziali su cui poter basare la ricerca di carattere epografico e prosopografico. Naturalmente, si è tentato di mettere in particolare evidenza i rapporti tra Chiusi e Roma, a partire dall’epoca della civitas foederata, fino all’acquisizione del diritto romano (90-89 a.C.) successivo al bellum sociale, vero e proprio spartiacque nel processo di romanizzazione dell’Etruria e dell’intera penisola italica. Un approfondimento è stato dedicato al nuovo assetto giuridico e istituzionale della comunità chiusina, per cercare di fare chiarezza sull’avvicendamento tra quattuorviri e duoviri attribuito nella communis opinio a una presunta deduzione di veterani sillani. La seconda sezione, di impostazione prettamente epigrafica, è invece dedicata allo studio della società chiusina a partire dalla sua integrazione nella realtà socio-politica romana, cercando di cogliere eventuali peculiarità rispetto al “comportamento” delle altre città etrusche. Una chiave di lettura privilegiata in questa fase di transizione dalla cultura etrusca a quella romana è fornita dalle iscrizioni sepolcrali (bilingui, digrafe, latinografe e latine). Queste testimonianze si sono rivelate infatti essenziali per la ricostruzione delle genealogie di alcune famiglie del ristretto ed endogamico ceto dirigente locale, che proprio in concomitanza dell’acquisizione della civitas optimo iure sembra aver “accolto” nella sua rete di parentele diverse persone immigrate. Interessanti spunti di riflessione sono offerti anche dal formulario epigrafico di questi testi, che nella ripresa o meno di elementi etruschizzanti sembra strettamente connesso alla discendenza (indigena o straniera) dei rispettivi personaggi ricordati. Inoltre, sono state prese in esame le attestazioni relative ai diversi gruppi sociali individuati nella documentazione epigrafica, mentre in coda ho inserito un paragrafo che accoglie le testimonianze di Chiusi e dei suoi abitanti nel resto dell’Impero. Nell’ambito delle attestazioni del ceto dirigente non ho compreso i sacerdoti, poiché, in base alla peculiarità delle loro attestazioni, ho ritenuto opportuno inserirli in un capitolo a parte dedicato alla vita cultuale della città. Partendo dai tre ordines superiori, cui sono stati dedicati singoli paragrafi, si è tentato di risalire alle parentele tra gli esponenti dell’élite cittadina e di individuare il loro ruolo all’interno della società chiusina. Particolare interesse è stato rivolto ad alcuni casi di discendenti di antiche famiglie aristocratiche locali che riuscirono a inserirsi nei quadri dell’alta società romana. Si è poi cercato di individuare le motivazioni che potrebbero aver indotto la comunità locale a dedicare una serie di monumenti ad alcuni tra i maggiori protagonisti delle vicende politiche dell’ultimo scorcio di Repubblica (Silla, Pompeo Magno e Agrippa). Subito dopo è stato analizzato il corpus relativo ai militari, che sopratttutto nei primi due secoli dell’Impero da Chiusi andarono a cercare fortuna (e buoni guadagni) nelle milizie urbane, consapevoli del prestigio sociale di cui avrebbero potuto godere al loro ritorno in patria. Ho poi spostato l’attenzione verso gli strati inferiori della società, con particolare riguardo per donne (di nascita libera o di condizione subalterna), liberti e schiavi. Prima dell’analisi delle attestazioni attinenti alla sfera religiosa, con particolare interesse per i culti e i sacerdozi legati alla tradizione etrusca, un capitolo è stato dedicato alla “praesentia” della domus Augusta a Chiusi, testimoniata dalle iscrizioni pertinenti a statue poste probabilmente su iniziativa dei decurioni della città. Di seguito è stata indagata la documentazione di epoca tardoantica, che testimonia la nascita di una comunità cristiana rappresentata in maniera particolarmente puntuale dalle iscrizioni della catacomba di Santa Mustiola. La terza parte della tesi è dedicata interamente agli aspetti dell’economia locale, basata ancora essenzialmente sullo sfruttamento dei fertili terreni tra la Val di Chiana e la Val d’Orcia, dove a partire dall’età imperiale sorgeva forse più di una villa rustica. La documentazione in nostro possesso ha permesso di mettere in luce anche altre attività economiche: alcuni paragrafi sono stati infatti dedicati alle testimonianze di mestieri individuali (un argentarius, un architectus, un costruttore di barche, ecc.), di botteghe di artigiani locali e, più in generale, di attività commerciali (favorite dalla posizione della città lungo l’arteria stradale della Cassia e dalla navigabilità dell’antico fiume Chiana). Per concludere, si è tentato di scorgere eventuali tracce di attività evergetiche o in qualche modo riconducibili a manifestazioni di impegno civico da parte di personaggi di alto rango.

Chiusi Romana. Ricerche di prosopografia e di storia socio-economica

CARACCIOLO, GIULIANO
2019

Abstract

Nel panorama dell’Etruria romana, il dossier epigrafico di Chiusi è senza dubbio tra i più significativi per ricchezza e continuità cronologica di attestazioni, che abbracciano un arco di tempo che va dall’epoca tardorepubblicana all’età paleocristiana. Queste si vanno ad aggiungere a un eccezionale repertorio di iscrizioni etrusche, il più ricco dell’intera regione, di cui si terrà conto per comprendere in che misura l’epigrafia latina di Clusium abbia risentito dell’influsso della tradizione precedente. Da queste premesse risulta evidente come l’approccio epigrafico rappresenti la via più immediata e forse l’unica strada percorribile per una ricerca storica di ampio respiro. Ancor di più, come vedremo, in considerazione dello scarso contributo fornito dalle altre fonti, in primis archeologiche, ma anche storiografiche. Ho ritenuto opportuno suddividere la trattazione in quattro sezioni principali, allo scopo di delineare un quadro che tenesse conto di diversi aspetti di carattere storico, socio-economico e prosopografico. Nella prima parte è stato fornito un quadro introduttivo sullo scenario politico-amministrativo all’indomani della definitiva conquista romana, cercando così di individuare alcuni punti di riferimento essenziali su cui poter basare la ricerca di carattere epografico e prosopografico. Naturalmente, si è tentato di mettere in particolare evidenza i rapporti tra Chiusi e Roma, a partire dall’epoca della civitas foederata, fino all’acquisizione del diritto romano (90-89 a.C.) successivo al bellum sociale, vero e proprio spartiacque nel processo di romanizzazione dell’Etruria e dell’intera penisola italica. Un approfondimento è stato dedicato al nuovo assetto giuridico e istituzionale della comunità chiusina, per cercare di fare chiarezza sull’avvicendamento tra quattuorviri e duoviri attribuito nella communis opinio a una presunta deduzione di veterani sillani. La seconda sezione, di impostazione prettamente epigrafica, è invece dedicata allo studio della società chiusina a partire dalla sua integrazione nella realtà socio-politica romana, cercando di cogliere eventuali peculiarità rispetto al “comportamento” delle altre città etrusche. Una chiave di lettura privilegiata in questa fase di transizione dalla cultura etrusca a quella romana è fornita dalle iscrizioni sepolcrali (bilingui, digrafe, latinografe e latine). Queste testimonianze si sono rivelate infatti essenziali per la ricostruzione delle genealogie di alcune famiglie del ristretto ed endogamico ceto dirigente locale, che proprio in concomitanza dell’acquisizione della civitas optimo iure sembra aver “accolto” nella sua rete di parentele diverse persone immigrate. Interessanti spunti di riflessione sono offerti anche dal formulario epigrafico di questi testi, che nella ripresa o meno di elementi etruschizzanti sembra strettamente connesso alla discendenza (indigena o straniera) dei rispettivi personaggi ricordati. Inoltre, sono state prese in esame le attestazioni relative ai diversi gruppi sociali individuati nella documentazione epigrafica, mentre in coda ho inserito un paragrafo che accoglie le testimonianze di Chiusi e dei suoi abitanti nel resto dell’Impero. Nell’ambito delle attestazioni del ceto dirigente non ho compreso i sacerdoti, poiché, in base alla peculiarità delle loro attestazioni, ho ritenuto opportuno inserirli in un capitolo a parte dedicato alla vita cultuale della città. Partendo dai tre ordines superiori, cui sono stati dedicati singoli paragrafi, si è tentato di risalire alle parentele tra gli esponenti dell’élite cittadina e di individuare il loro ruolo all’interno della società chiusina. Particolare interesse è stato rivolto ad alcuni casi di discendenti di antiche famiglie aristocratiche locali che riuscirono a inserirsi nei quadri dell’alta società romana. Si è poi cercato di individuare le motivazioni che potrebbero aver indotto la comunità locale a dedicare una serie di monumenti ad alcuni tra i maggiori protagonisti delle vicende politiche dell’ultimo scorcio di Repubblica (Silla, Pompeo Magno e Agrippa). Subito dopo è stato analizzato il corpus relativo ai militari, che sopratttutto nei primi due secoli dell’Impero da Chiusi andarono a cercare fortuna (e buoni guadagni) nelle milizie urbane, consapevoli del prestigio sociale di cui avrebbero potuto godere al loro ritorno in patria. Ho poi spostato l’attenzione verso gli strati inferiori della società, con particolare riguardo per donne (di nascita libera o di condizione subalterna), liberti e schiavi. Prima dell’analisi delle attestazioni attinenti alla sfera religiosa, con particolare interesse per i culti e i sacerdozi legati alla tradizione etrusca, un capitolo è stato dedicato alla “praesentia” della domus Augusta a Chiusi, testimoniata dalle iscrizioni pertinenti a statue poste probabilmente su iniziativa dei decurioni della città. Di seguito è stata indagata la documentazione di epoca tardoantica, che testimonia la nascita di una comunità cristiana rappresentata in maniera particolarmente puntuale dalle iscrizioni della catacomba di Santa Mustiola. La terza parte della tesi è dedicata interamente agli aspetti dell’economia locale, basata ancora essenzialmente sullo sfruttamento dei fertili terreni tra la Val di Chiana e la Val d’Orcia, dove a partire dall’età imperiale sorgeva forse più di una villa rustica. La documentazione in nostro possesso ha permesso di mettere in luce anche altre attività economiche: alcuni paragrafi sono stati infatti dedicati alle testimonianze di mestieri individuali (un argentarius, un architectus, un costruttore di barche, ecc.), di botteghe di artigiani locali e, più in generale, di attività commerciali (favorite dalla posizione della città lungo l’arteria stradale della Cassia e dalla navigabilità dell’antico fiume Chiana). Per concludere, si è tentato di scorgere eventuali tracce di attività evergetiche o in qualche modo riconducibili a manifestazioni di impegno civico da parte di personaggi di alto rango.
10-gen-2019
Italiano
Etruria; Epigrafia; Etruria romana; Epigrafia latina; Storia romana; Antichità romane; Italia romana; Romanizzazione; Chiusi; Epigrafi bilingui
GREGORI, Gian Luca
ORLANDI, Silvia
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/96353
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-96353