Introduzione: Negli ultimi anni le patologie muscolo-scheletriche correlate al lavoro sono diventate fonte di notevole preoccupazione per l’entità e la gravità delle conseguenze che possono comportare. In Italia, infatti, le denunce muscolo-scheletrico sono in costante aumento, che nel 2010 ha raggiunto il 158% rispetto al 2006 Per arginare il problema, nel corso del 2009 l’INAIL, in collaborazione con l’Università di Padova, ha promosso un Dottorato di Ricerca dal titolo “Prevenzione attraverso l’attività motoria compensativa nei lavoratori a rischio di patologie muscolo-scheletriche”. Scopo dello studio: Verificare l’efficacia di un protocollo di specifica attività motoria di tipo compensativo nei lavoratori di due aziende della provincia di Padova (settore metalmeccanico) e di Venezia (settore ottico), i quali, per lo svolgimento delle loro mansioni, sottopongono gli arti superiori ad un sovraccarico biomeccanico potenzialmente dannoso. Metodi: Dopo la valutazione del rischio, eseguita dalla Medicina del Lavoro di Padova, i lavoratori di ciascuna azienda sono stati sottoposti ad alcuni test di efficienza fisica per la valutazione della flessibilità e della forza dell’arto superiore e per il range di movimento di elevazione ed abduzione della spalla e di flessione, estensione, inclinazione e rotazione del capo. Sono, inoltre, stati impiegati due questionari per determinare la capacità funzionale dell’arto superiore e del collo nello svolgimento delle attività della vita quotidiana e la scala VAS del dolore, per quantificare il dolore connesso ai DMS di collo, spalle, gomiti, polsi/mani. Presso l’azienda metalmeccanica, sono stati valutati 85 soggetti, 30 dei quali hanno volontariamente preso parte al gruppo d’intervento, mentre gli altri 55 hanno formato il gruppo di controllo. In accordo con i responsabili, il programma motorio si è svolto con una frequenza di 3 sedute settimanali di 30 minuti ciascuna, organizzate durante la pausa pranzo e si è concluso dopo 10 mesi. Presso l’azienda del settore ottico, invece, sono stati valutati 58 soggetti, 30 dei quali hanno formato il gruppo sperimentale e 28 quello di controllo. Le lezioni sono state organizzate durante l’orario di lavoro, con una frequenza settimanale di 2 sedute e una durata complessiva di 5 mesi. Risultati e Conclusioni: In entrambi i gruppi di intervento si sono verificati significativi miglioramenti della mobilità e della forza degli arti superiori, del range di elevazione ed abduzione delle spalle e di inclinazione e rotazione del capo, oltre ad un’apprezzabile riduzione dei livelli di disabilità del braccio. I lavoratori metalmeccanici hanno inoltre riferito una diminuzione della disabilità anche per quanto riguarda il collo e un’attenuazione del dolore, prevalentemente a livello del collo e del complesso articolare mano/polso di entrambi i lati. Per le operaie del settore ottico, invece, la riduzione del dolore si è limitata al solo complesso mano/polso. In definitiva, nonostante alcune difficoltà di svolgimento legate alla crisi economica intercorrente, si conferma che un programma di attività motoria, adeguatamente somministrato, può contribuire al miglioramento di alcune componenti di efficienza fisica e funzionale ed essere considerato un utile strumento di prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici dell’arto superiore e del collo.

Prevenzione attraverso l'attività motoria compensativa in lavoratori a rischio di patologie muscolo-scheletriche dell'arto superiore e del collo

RASOTTO, CHIARA
2013

Abstract

Introduzione: Negli ultimi anni le patologie muscolo-scheletriche correlate al lavoro sono diventate fonte di notevole preoccupazione per l’entità e la gravità delle conseguenze che possono comportare. In Italia, infatti, le denunce muscolo-scheletrico sono in costante aumento, che nel 2010 ha raggiunto il 158% rispetto al 2006 Per arginare il problema, nel corso del 2009 l’INAIL, in collaborazione con l’Università di Padova, ha promosso un Dottorato di Ricerca dal titolo “Prevenzione attraverso l’attività motoria compensativa nei lavoratori a rischio di patologie muscolo-scheletriche”. Scopo dello studio: Verificare l’efficacia di un protocollo di specifica attività motoria di tipo compensativo nei lavoratori di due aziende della provincia di Padova (settore metalmeccanico) e di Venezia (settore ottico), i quali, per lo svolgimento delle loro mansioni, sottopongono gli arti superiori ad un sovraccarico biomeccanico potenzialmente dannoso. Metodi: Dopo la valutazione del rischio, eseguita dalla Medicina del Lavoro di Padova, i lavoratori di ciascuna azienda sono stati sottoposti ad alcuni test di efficienza fisica per la valutazione della flessibilità e della forza dell’arto superiore e per il range di movimento di elevazione ed abduzione della spalla e di flessione, estensione, inclinazione e rotazione del capo. Sono, inoltre, stati impiegati due questionari per determinare la capacità funzionale dell’arto superiore e del collo nello svolgimento delle attività della vita quotidiana e la scala VAS del dolore, per quantificare il dolore connesso ai DMS di collo, spalle, gomiti, polsi/mani. Presso l’azienda metalmeccanica, sono stati valutati 85 soggetti, 30 dei quali hanno volontariamente preso parte al gruppo d’intervento, mentre gli altri 55 hanno formato il gruppo di controllo. In accordo con i responsabili, il programma motorio si è svolto con una frequenza di 3 sedute settimanali di 30 minuti ciascuna, organizzate durante la pausa pranzo e si è concluso dopo 10 mesi. Presso l’azienda del settore ottico, invece, sono stati valutati 58 soggetti, 30 dei quali hanno formato il gruppo sperimentale e 28 quello di controllo. Le lezioni sono state organizzate durante l’orario di lavoro, con una frequenza settimanale di 2 sedute e una durata complessiva di 5 mesi. Risultati e Conclusioni: In entrambi i gruppi di intervento si sono verificati significativi miglioramenti della mobilità e della forza degli arti superiori, del range di elevazione ed abduzione delle spalle e di inclinazione e rotazione del capo, oltre ad un’apprezzabile riduzione dei livelli di disabilità del braccio. I lavoratori metalmeccanici hanno inoltre riferito una diminuzione della disabilità anche per quanto riguarda il collo e un’attenuazione del dolore, prevalentemente a livello del collo e del complesso articolare mano/polso di entrambi i lati. Per le operaie del settore ottico, invece, la riduzione del dolore si è limitata al solo complesso mano/polso. In definitiva, nonostante alcune difficoltà di svolgimento legate alla crisi economica intercorrente, si conferma che un programma di attività motoria, adeguatamente somministrato, può contribuire al miglioramento di alcune componenti di efficienza fisica e funzionale ed essere considerato un utile strumento di prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici dell’arto superiore e del collo.
24-gen-2013
Italiano
attività motoria/physical activity patologie muscolo-scheletriche/musculoskeletal disorders arto superiore e collo/upper limb and neck prevenzione/prevention lavoratore/workers luogo di lavoro/workplace
ZACCARIA, MARCO
LENZI, MARIO ARISTIDE
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/96373
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-96373