La ricerca di dottorato nasce sulla scorta di un precedente Progetto di Ateneo dal titolo “Archeologia della lana: allevamento, produzione e commercio nella Cisalpina romana” conclusosi nel 2011 condotto dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova (M.S. Busana). Il lavoro ha preso avvio con il censimento sistematico dei reperti mobili, indicatori di attività tessile presenti nei Musei e nei depositi archeologici delle province di Rovigo, Venezia, Treviso e Belluno. Nella fattispecie, sono stati censiti 1630 manufatti appartenenti alle classi di cesoie, fusarole, fusi, rocche, uncini da fuso, pesi da telaio e rocchetti, datati tra il II sec. a.C. e il V sec. d.C. La schedatura si è avvalsa di un database relazionale collegato ad una piattaforma GIS, che ha consentito una migliore gestione dei dati, lo sviluppo di analisi statistiche e territoriali. Dopo i primi capitoli di inquadramento sull’archeologia tessile, si procede all’analisi dettagliata dei manufatti, con particolare attenzione ai parametri quantitativi e qualitativi di ciascun esemplare, applicando anche metodologie derivate dalla ricerca sperimentale, elaborata recentemente in ambito europeo. L’analisi dei reperti ha permesso di avanzare alcune ipotesi circa la tipologia dei filati e dei tessuti realizzati nella Venetia e ha evidenziato un grado di standardizzazione dei manufatti che denuncia un certo livello di organizzazione nella produzione tessile. L’indagine sui contesti ha messo in luce una diversificazione sia a livello di strumenti che di qualità di prodotti tra l’ambito cittadino e quello rurale, testimoniando la presenza di committenze e mercati differenti, oltre che una diversa dinamica produttiva. Ulteriore aspetto indagato corrisponde all’orizzonte simbolico sotteso agli strumenti per filatura, spesso presenti nei corredi funerari femminili, non solo indicatore di attività, ma anche emblema di virtù e doti morali muliebri. In un ottica più generale il lavoro si pone come possibile modello per lo studio di questi materiali da estendere potenzialmente ad altri contesti territoriali e cronologici.

L'archeologia tessile nella Venetia romana. Testimonianze materiali per una sintesi storica.

TRICOMI, ANNA-ROSA
2014

Abstract

La ricerca di dottorato nasce sulla scorta di un precedente Progetto di Ateneo dal titolo “Archeologia della lana: allevamento, produzione e commercio nella Cisalpina romana” conclusosi nel 2011 condotto dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova (M.S. Busana). Il lavoro ha preso avvio con il censimento sistematico dei reperti mobili, indicatori di attività tessile presenti nei Musei e nei depositi archeologici delle province di Rovigo, Venezia, Treviso e Belluno. Nella fattispecie, sono stati censiti 1630 manufatti appartenenti alle classi di cesoie, fusarole, fusi, rocche, uncini da fuso, pesi da telaio e rocchetti, datati tra il II sec. a.C. e il V sec. d.C. La schedatura si è avvalsa di un database relazionale collegato ad una piattaforma GIS, che ha consentito una migliore gestione dei dati, lo sviluppo di analisi statistiche e territoriali. Dopo i primi capitoli di inquadramento sull’archeologia tessile, si procede all’analisi dettagliata dei manufatti, con particolare attenzione ai parametri quantitativi e qualitativi di ciascun esemplare, applicando anche metodologie derivate dalla ricerca sperimentale, elaborata recentemente in ambito europeo. L’analisi dei reperti ha permesso di avanzare alcune ipotesi circa la tipologia dei filati e dei tessuti realizzati nella Venetia e ha evidenziato un grado di standardizzazione dei manufatti che denuncia un certo livello di organizzazione nella produzione tessile. L’indagine sui contesti ha messo in luce una diversificazione sia a livello di strumenti che di qualità di prodotti tra l’ambito cittadino e quello rurale, testimoniando la presenza di committenze e mercati differenti, oltre che una diversa dinamica produttiva. Ulteriore aspetto indagato corrisponde all’orizzonte simbolico sotteso agli strumenti per filatura, spesso presenti nei corredi funerari femminili, non solo indicatore di attività, ma anche emblema di virtù e doti morali muliebri. In un ottica più generale il lavoro si pone come possibile modello per lo studio di questi materiali da estendere potenzialmente ad altri contesti territoriali e cronologici.
29-gen-2014
Italiano
archeologia tessile, filatura, tessitura, Venetia
BUSANA, MARIA STELLA
SALEMI, GIUSEPPE
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/96384
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-96384