“Health for all” è l’obiettivo totalizzante e imperativo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito il 21 ottobre 2011 nella Rio Political Declaration on Social Determinants of Health ribadendo come le disuguaglianze delle condizioni di salute degli individui nella popolazione mondiale sono sicuramente evitabili e inaccettabili politicamente, socialmente ed economicamente . In questo scenario l’ OMS indica come priorità assoluta, prerequisito di tutti gli 8 Millennium Development Goals (MDGs) il controllo delle Infezioni del Tratto Riproduttivo ( ITR) e delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). Il rilievo che la sorveglianza di queste patologie assume è motivato dall’impatto riproduttivo clamoroso che quasi tutte hanno, e soprattutto dalla dimensione della loro diffusione nonchè dalla possibilità di prevenzione e, in alcuni casi di cura, che le caratterizza. Le donne migranti e i loro bambini sembrano particolarmente vulnerabili e suscettibili all’effetto di particolari fattori di rischio cui si trovano esposti nel Paese ospite : in particolare la povertà, lo stress, l’alimentazione inadeguata, l’emarginazione, la promiscuità, la prostituzione subita- anche quando occasionale frutto della necessità- e la difficoltà di fruizione dell’assistenza sanitaria nonché l’esclusione dai programmi di screening incidono negativamente sulla salute riproduttiva delineando un focus di intervento necessario in tale ambito. La sorveglianza delle Infezioni Ginecologiche del BTR nelle popolazioni migranti può fornire dati utili alla individuazione di eventuali analogie o differenze di incidenza/prevalenza e fattori di rischio nel confronto con la popolazione italiana, nell’ottica di opportuni adeguamento potenziamento e perfezionamento delle conoscenze , delle risorse e delle strategie applicative di prevenzione e terapia per la tutela della salute personale e riproduttiva di gruppi epidemiologicamente ancora poco conosciuti e con frequenti robuste difficoltà di accesso ai servizi assistenziali. Le casistiche ad oggi disponibili in merito alla realtà italiana sono eterogenee nei risultati eppure accomunate dal medesimo verosimile bias di selezione, dovuto alla over-rappresentazione dei centri venereologico/dermatologici e risultante nella descrizione quasi esclusiva delle MST “classiche”, i cui dati sono anche più facilmente ricavabili attraverso registri di statistiche correnti a causa dell’obbligo di notifica. Una sorta di invisibilità delle infezioni endogene ad impatto riproduttivo e la scarsità di informazioni relative alla epidemiologia specifica di alcune endocerviciti da sempre neglette nel dibattito scientifico/assistenziale italiano, nonché la necessità di una fertile distinzione tra categorie di migranti irregolari e regolari e del confronto con la popolazione italiana residente ci hanno suggerito la direzione del presente studio nell’intento di realizzare una esperienza sentinella capace di fare luce su taluni aspetti di infettivologia ginecologica molto dibattuti e controversi nell’era dei flussi migratori.
Le infezioni del Basso Tratto Riproduttivo nelle donne migranti irregolari: esperienze in un ambulatorio ginecologico dedicato, confronti con la popolazione residente e considerazioni sulle variabili che condizionano l’ecosistema vaginale
MARCONE, VALENTINA
2012
Abstract
“Health for all” è l’obiettivo totalizzante e imperativo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito il 21 ottobre 2011 nella Rio Political Declaration on Social Determinants of Health ribadendo come le disuguaglianze delle condizioni di salute degli individui nella popolazione mondiale sono sicuramente evitabili e inaccettabili politicamente, socialmente ed economicamente . In questo scenario l’ OMS indica come priorità assoluta, prerequisito di tutti gli 8 Millennium Development Goals (MDGs) il controllo delle Infezioni del Tratto Riproduttivo ( ITR) e delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). Il rilievo che la sorveglianza di queste patologie assume è motivato dall’impatto riproduttivo clamoroso che quasi tutte hanno, e soprattutto dalla dimensione della loro diffusione nonchè dalla possibilità di prevenzione e, in alcuni casi di cura, che le caratterizza. Le donne migranti e i loro bambini sembrano particolarmente vulnerabili e suscettibili all’effetto di particolari fattori di rischio cui si trovano esposti nel Paese ospite : in particolare la povertà, lo stress, l’alimentazione inadeguata, l’emarginazione, la promiscuità, la prostituzione subita- anche quando occasionale frutto della necessità- e la difficoltà di fruizione dell’assistenza sanitaria nonché l’esclusione dai programmi di screening incidono negativamente sulla salute riproduttiva delineando un focus di intervento necessario in tale ambito. La sorveglianza delle Infezioni Ginecologiche del BTR nelle popolazioni migranti può fornire dati utili alla individuazione di eventuali analogie o differenze di incidenza/prevalenza e fattori di rischio nel confronto con la popolazione italiana, nell’ottica di opportuni adeguamento potenziamento e perfezionamento delle conoscenze , delle risorse e delle strategie applicative di prevenzione e terapia per la tutela della salute personale e riproduttiva di gruppi epidemiologicamente ancora poco conosciuti e con frequenti robuste difficoltà di accesso ai servizi assistenziali. Le casistiche ad oggi disponibili in merito alla realtà italiana sono eterogenee nei risultati eppure accomunate dal medesimo verosimile bias di selezione, dovuto alla over-rappresentazione dei centri venereologico/dermatologici e risultante nella descrizione quasi esclusiva delle MST “classiche”, i cui dati sono anche più facilmente ricavabili attraverso registri di statistiche correnti a causa dell’obbligo di notifica. Una sorta di invisibilità delle infezioni endogene ad impatto riproduttivo e la scarsità di informazioni relative alla epidemiologia specifica di alcune endocerviciti da sempre neglette nel dibattito scientifico/assistenziale italiano, nonché la necessità di una fertile distinzione tra categorie di migranti irregolari e regolari e del confronto con la popolazione italiana residente ci hanno suggerito la direzione del presente studio nell’intento di realizzare una esperienza sentinella capace di fare luce su taluni aspetti di infettivologia ginecologica molto dibattuti e controversi nell’era dei flussi migratori.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/96710
URN:NBN:IT:UNIROMA1-96710