L’obiettivo della ricerca è stato quello di comprendere se e in che misura la difficile sfida del consolidamento di edifici storici in muratura possa essere affrontata anche attraverso la riproposizione di tecniche di intervento provenienti dal passato, talvolta con opportune rivisitazioni, con garanzia di alta efficacia strutturale e nella direzione della complessa soluzione del connubio sicurezza/conservazione. L’arco temporale prevalentemente studiato è quello compreso tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi due del Novecento, potendo cogliere lo straordinario ambito di progresso scientifico e tecnologico del periodo, unitamente al fermento culturale che nella tutela dei beni e nel restauro di essi portava nuova sensibilità. Si è sviluppato un metodo di analisi cinematica, l’Analisi Evolutiva del Dissesto, da utilizzare come chiave di lettura del reale comportamento meccanico delle fabbriche murarie, per averne maggiore consapevolezza e per consentire la valutazione dell’efficacia indotta dagli interventi di consolidamento. L’affidabilità di tale metodo è fondata sull’approfondimento della conoscenza delle trasformazioni della fabbrica nel tempo e delle sue caratteristiche costruttive. Lo sviluppo di quattro casi studio con metodi analitici classici ha poi consentito di valutare, anche non in maniera speditiva, l’effetto perlopiù benefico degli interventi tradizionali, di fatto spesso compromesso dalla sovrapposizione di quelli contemporanei, incongruenti rispetto ai sistemi costruttivi su cui sono stati innestati. I risultati finali del lavoro confortano sul fatto che il miglioramento della sicurezza degli edifici storici, possa essere ottenuto anche con tecniche tradizionali, talvolta rinnovate. L’Analisi Evolutiva del Dissesto, ancora con ampi margini di esplorazione ed implementazione, può rappresentare un utile strumento di lettura e valutazione, al servizio del progettista degli interventi di consolidamento.
Consolidamento delle strutture murarie: analisi critica sull’efficacia dei rinforzi statici in Italia centrale tra fine del XIX e inizio del XX secolo
GIANNANTONI, ANDREA
2022
Abstract
L’obiettivo della ricerca è stato quello di comprendere se e in che misura la difficile sfida del consolidamento di edifici storici in muratura possa essere affrontata anche attraverso la riproposizione di tecniche di intervento provenienti dal passato, talvolta con opportune rivisitazioni, con garanzia di alta efficacia strutturale e nella direzione della complessa soluzione del connubio sicurezza/conservazione. L’arco temporale prevalentemente studiato è quello compreso tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi due del Novecento, potendo cogliere lo straordinario ambito di progresso scientifico e tecnologico del periodo, unitamente al fermento culturale che nella tutela dei beni e nel restauro di essi portava nuova sensibilità. Si è sviluppato un metodo di analisi cinematica, l’Analisi Evolutiva del Dissesto, da utilizzare come chiave di lettura del reale comportamento meccanico delle fabbriche murarie, per averne maggiore consapevolezza e per consentire la valutazione dell’efficacia indotta dagli interventi di consolidamento. L’affidabilità di tale metodo è fondata sull’approfondimento della conoscenza delle trasformazioni della fabbrica nel tempo e delle sue caratteristiche costruttive. Lo sviluppo di quattro casi studio con metodi analitici classici ha poi consentito di valutare, anche non in maniera speditiva, l’effetto perlopiù benefico degli interventi tradizionali, di fatto spesso compromesso dalla sovrapposizione di quelli contemporanei, incongruenti rispetto ai sistemi costruttivi su cui sono stati innestati. I risultati finali del lavoro confortano sul fatto che il miglioramento della sicurezza degli edifici storici, possa essere ottenuto anche con tecniche tradizionali, talvolta rinnovate. L’Analisi Evolutiva del Dissesto, ancora con ampi margini di esplorazione ed implementazione, può rappresentare un utile strumento di lettura e valutazione, al servizio del progettista degli interventi di consolidamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/96962
URN:NBN:IT:UNIROMA1-96962