Questa ricerca analizza le esperienze delle donne migranti cinesi in Italia e incorpora le loro esperienze di mobilità interna e mobilità internazionale nella prospettiva del translocalismo. La ricerca indaga i processi di empowerment in atto durante la loro mobilità translocale (translocal mobility), attraverso l'analisi delle continue interazioni tra mobilità interna e internazionale, strutture sociali e agency personale. Questo studio colloca la biografia personale di queste donne all'interno della storia della mobilità della popolazione in Cina e dalla Cina all'Italia, accentuando il ruolo del self e del locale nelle esperienze di mobilità translocale. Le analisi dei capitoli empirici sono collegate da due threads. Il primo filo sono le somiglianze e le interconnessioni tra le esperienze di mobilità interna delle donne migranti cinesi e la loro mobilità internazionale dalla Cina all'Italia. Queste somiglianze e interconnessioni sono discusse in dettaglio in relazione a tre aspetti che coproducono, ma non esauriscono, l'esperienza della loro mobilità translocale: adattamento al floating living, riproduzione familiare e acquisizione di competenze. Messe in relazione attraverso queste somiglianze e interconnessioni, le loro esperienze di migrazione interna e internazionale sono analizzate come due componenti di una catena di montaggio globalizzata di produzione di forza lavoro che genera, riproduce e fa circolare la forza lavoro dai luoghi di origine alla destinazione. Questa catena di montaggio trascende i confini geopolitici e lavora su una scala temporale molto più ampia, perchè è costruita dalla mobilità dei migranti di più di una generazione. La creazione e il mantenimento di questa catena di montaggio sottrae la finitezza delle esperienze lavorative e di vita dei singoli migranti per ricomprenderle in un processo che le trascende. Il secondo filo che collega l'analisi è il processo attraverso il quale le donne migranti cinesi affrontano e resistono il disempowerment intersezionale dovuto alle disuguaglianze dovute alla nazionalità, al genere e, nella maggior parte dei casi, alla classe. Il loro processo di empowerment procede parallelamente alla globalizzazione della produzione capitalista e alla mobilità globale della popolazione, mettendo al centro il self di queste donne migranti, che è sempre in divenire rispetto alle interazioni con le strutture sociali che sono inscritte nei luoghi connessi dal loro movimento migratorio. Passando da un luogo all'altro, le donne migranti cinesi interagiscono con forme diverse di etnicizzazione, patriarcali e di sfruttamento di classe. Questo processo di socializzazione che avviene durante la mobilità translocale crea nuove dinamiche di individuazione, de-naturalizzando l'associazione immediata quali individui disempowered. Queste dinamiche sono attuate attraverso la ricerca di autonomia dal controllo patriarcale, la ricerca di potere contrattuale nella mobilità e la negoziazione nei rapporti di lavoro, lo sviluppo di una coscienza dei loro diritti e una conseguente sindacalizzazione, e pratiche di selfcare e altre tattiche per combattere la tendenza al lavoro a "colonizzare" l'intera vita dei lavoratori. Questa ricerca si avvale di dati raccolti con metodi qualitativi e quantitativi, tra cui 65 interviste in profondità, 4 occasioni di osservazioni partecipante, 2 occasioni di osservazioni etnografiche, nonchè data mining e altre analisi statistiche di dati quantitativi.
Women's empowerment in translocal mobility and the globalised assembly line of low-end labour force (re)production: Chinese female migration in Italy
GAO, RU
2019
Abstract
Questa ricerca analizza le esperienze delle donne migranti cinesi in Italia e incorpora le loro esperienze di mobilità interna e mobilità internazionale nella prospettiva del translocalismo. La ricerca indaga i processi di empowerment in atto durante la loro mobilità translocale (translocal mobility), attraverso l'analisi delle continue interazioni tra mobilità interna e internazionale, strutture sociali e agency personale. Questo studio colloca la biografia personale di queste donne all'interno della storia della mobilità della popolazione in Cina e dalla Cina all'Italia, accentuando il ruolo del self e del locale nelle esperienze di mobilità translocale. Le analisi dei capitoli empirici sono collegate da due threads. Il primo filo sono le somiglianze e le interconnessioni tra le esperienze di mobilità interna delle donne migranti cinesi e la loro mobilità internazionale dalla Cina all'Italia. Queste somiglianze e interconnessioni sono discusse in dettaglio in relazione a tre aspetti che coproducono, ma non esauriscono, l'esperienza della loro mobilità translocale: adattamento al floating living, riproduzione familiare e acquisizione di competenze. Messe in relazione attraverso queste somiglianze e interconnessioni, le loro esperienze di migrazione interna e internazionale sono analizzate come due componenti di una catena di montaggio globalizzata di produzione di forza lavoro che genera, riproduce e fa circolare la forza lavoro dai luoghi di origine alla destinazione. Questa catena di montaggio trascende i confini geopolitici e lavora su una scala temporale molto più ampia, perchè è costruita dalla mobilità dei migranti di più di una generazione. La creazione e il mantenimento di questa catena di montaggio sottrae la finitezza delle esperienze lavorative e di vita dei singoli migranti per ricomprenderle in un processo che le trascende. Il secondo filo che collega l'analisi è il processo attraverso il quale le donne migranti cinesi affrontano e resistono il disempowerment intersezionale dovuto alle disuguaglianze dovute alla nazionalità, al genere e, nella maggior parte dei casi, alla classe. Il loro processo di empowerment procede parallelamente alla globalizzazione della produzione capitalista e alla mobilità globale della popolazione, mettendo al centro il self di queste donne migranti, che è sempre in divenire rispetto alle interazioni con le strutture sociali che sono inscritte nei luoghi connessi dal loro movimento migratorio. Passando da un luogo all'altro, le donne migranti cinesi interagiscono con forme diverse di etnicizzazione, patriarcali e di sfruttamento di classe. Questo processo di socializzazione che avviene durante la mobilità translocale crea nuove dinamiche di individuazione, de-naturalizzando l'associazione immediata quali individui disempowered. Queste dinamiche sono attuate attraverso la ricerca di autonomia dal controllo patriarcale, la ricerca di potere contrattuale nella mobilità e la negoziazione nei rapporti di lavoro, lo sviluppo di una coscienza dei loro diritti e una conseguente sindacalizzazione, e pratiche di selfcare e altre tattiche per combattere la tendenza al lavoro a "colonizzare" l'intera vita dei lavoratori. Questa ricerca si avvale di dati raccolti con metodi qualitativi e quantitativi, tra cui 65 interviste in profondità, 4 occasioni di osservazioni partecipante, 2 occasioni di osservazioni etnografiche, nonchè data mining e altre analisi statistiche di dati quantitativi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/97095
URN:NBN:IT:UNIPD-97095