I fagociti mononucleari rispondono a stimoli ambientali acquisendo distinti fenotipi funzionali, definiti M1 (classico) o M2 (alternativo), che caratterizzano a loro volta differenti condizioni patologiche. Il 17β-estradiolo (E2), il principale ormone del sistema riproduttivo femminile, media molteplici effetti sulla funzione immunitaria di monociti e macrofagi, agendo attraverso i recettori per gli estrogeni (ER). Ipotizziamo, dunque, che gli effetti dipendenti dagli estrogeni a carico del sistema monocito-macrofagico proteggano la donna in post-menopausa da disturbi cardiovascolari, ed, in particolare, che l’aggravarsi del rischio cardiometabolico nelle donne in post-menopausa sia associato ad uno shift della popolazione monocito-macrofagica verso un fenotipo infiammatorio. Pertanto, in questa tesi abbiamo investigato gli effetti dell’E2 su macrofagi derivanti da monociti umani in condizioni basali (M0) ed in seguito ad attivazione polarizzata classica/M1 o alternativa/M2. Partendo da sacche di buffy coat è stato possibile isolare i linfo-monociti tramite separazione in base alla densità degli emocomponenti, ed il differenziamento da monociti a macrofagi è avvenuto nell’arco di 7 giorni in assenza di agenti polarizzanti diversi dal siero. Abbiamo inizialmente dimostrato che i macrofagi ottenuti da differenziamento spontaneo polarizzano verso il fenotipo M1 ed M2 in seguito a 48h di stimolo rispettivamente con LPS/IFN-γ o IL-4/IL-13. Le cellule polarizzate sono caratterizzate da uno specifico profilo di espressione genica, la produzione di diverse citochine (TNFα, IL-1β, IL-10, CCL22) e l’espressione di specifici marcatori di superficie. In particolare, il fenotipo M1 è stato identificato come CD68+, CD68+/CCR2+, CD14+/CD16-/CD68+ o CD80+, mentre il fenotipo M2 è stato definito come CD163+, CD206+, CX3CR1+. È stato dimostrato che l’attivazione con LPS/IFN-γ è in grado di inibire significativamente il fenotipo M2. Analogamente a quanto osservato con il desametazone, scelto come farmaco di riferimento, E2 previene l’effetto indotto da stimoli infiammatori sia sul fenotipo M2, sia sulla produzione di citochine. Successivamente, sapendo che gli effetti pro-infiammatori dei macrofagi giocano un ruolo importante nello sviluppo e la progressione delle patologie cardiovascolari, è stato valutato se la menopausa potesse alterare il rapporto M1/M2 di macrofagi ottenuti dal differenziamento spontaneo di monociti circolanti rispetto a quello osservato in età fertile. In condizioni basali, i macrofagi di donne in post-menopausa presentano un simile profilo M1/M2 rispetto ai macrofagi di donne in età fertile. Tuttavia, il trattamento con statine nelle donne in post-menopausa aumenta la frazione di cellule con fenotipo M2 e, allo stesso tempo, diminuisce la frazione di macrofagi M1. Inoltre, rispetto ai macrofagi di donne in pre-menopausa, i macrofagi di donne in post-menopausa mostrano una risposta simile alla polarizzazione con LPS/IFN-γ ma una perdita di risposta alla polarizzazione M2 (IL-4/IL-13), indicando una ridotta capacità di acquisire il fenotipo anti-infiammatorio e, probabilmente, di risolvere l’infiammazione. Nel tentativo di identificare un possibile biomarcatore che correllasse la menopausa al rischio cardiovascolare, è stato misurato il rapporto M1/M2 nei monociti circolanti nelle donne in pre- e post-menopausa ma la differenza non è risultata statisticamente significativa. In conclusione, gli estrogeni sono in grado di modulare i fenotipi e le funzioni dei macrofagi umani e rappresentano un possibile intervento farmacologico per malattie su base infiammatoria. Le prospettive future includono lo studio della polarizzazione dei monociti-macrofagi nelle donne in relazione al ciclo mestruale e a malattie endocrine come la sindrome dell’ovaio policistico.

Polarization in patterns of human monocyte-derived macrophages in relation to estrogen treatment and menopausal status

TONIOLO, ALICE
2014

Abstract

I fagociti mononucleari rispondono a stimoli ambientali acquisendo distinti fenotipi funzionali, definiti M1 (classico) o M2 (alternativo), che caratterizzano a loro volta differenti condizioni patologiche. Il 17β-estradiolo (E2), il principale ormone del sistema riproduttivo femminile, media molteplici effetti sulla funzione immunitaria di monociti e macrofagi, agendo attraverso i recettori per gli estrogeni (ER). Ipotizziamo, dunque, che gli effetti dipendenti dagli estrogeni a carico del sistema monocito-macrofagico proteggano la donna in post-menopausa da disturbi cardiovascolari, ed, in particolare, che l’aggravarsi del rischio cardiometabolico nelle donne in post-menopausa sia associato ad uno shift della popolazione monocito-macrofagica verso un fenotipo infiammatorio. Pertanto, in questa tesi abbiamo investigato gli effetti dell’E2 su macrofagi derivanti da monociti umani in condizioni basali (M0) ed in seguito ad attivazione polarizzata classica/M1 o alternativa/M2. Partendo da sacche di buffy coat è stato possibile isolare i linfo-monociti tramite separazione in base alla densità degli emocomponenti, ed il differenziamento da monociti a macrofagi è avvenuto nell’arco di 7 giorni in assenza di agenti polarizzanti diversi dal siero. Abbiamo inizialmente dimostrato che i macrofagi ottenuti da differenziamento spontaneo polarizzano verso il fenotipo M1 ed M2 in seguito a 48h di stimolo rispettivamente con LPS/IFN-γ o IL-4/IL-13. Le cellule polarizzate sono caratterizzate da uno specifico profilo di espressione genica, la produzione di diverse citochine (TNFα, IL-1β, IL-10, CCL22) e l’espressione di specifici marcatori di superficie. In particolare, il fenotipo M1 è stato identificato come CD68+, CD68+/CCR2+, CD14+/CD16-/CD68+ o CD80+, mentre il fenotipo M2 è stato definito come CD163+, CD206+, CX3CR1+. È stato dimostrato che l’attivazione con LPS/IFN-γ è in grado di inibire significativamente il fenotipo M2. Analogamente a quanto osservato con il desametazone, scelto come farmaco di riferimento, E2 previene l’effetto indotto da stimoli infiammatori sia sul fenotipo M2, sia sulla produzione di citochine. Successivamente, sapendo che gli effetti pro-infiammatori dei macrofagi giocano un ruolo importante nello sviluppo e la progressione delle patologie cardiovascolari, è stato valutato se la menopausa potesse alterare il rapporto M1/M2 di macrofagi ottenuti dal differenziamento spontaneo di monociti circolanti rispetto a quello osservato in età fertile. In condizioni basali, i macrofagi di donne in post-menopausa presentano un simile profilo M1/M2 rispetto ai macrofagi di donne in età fertile. Tuttavia, il trattamento con statine nelle donne in post-menopausa aumenta la frazione di cellule con fenotipo M2 e, allo stesso tempo, diminuisce la frazione di macrofagi M1. Inoltre, rispetto ai macrofagi di donne in pre-menopausa, i macrofagi di donne in post-menopausa mostrano una risposta simile alla polarizzazione con LPS/IFN-γ ma una perdita di risposta alla polarizzazione M2 (IL-4/IL-13), indicando una ridotta capacità di acquisire il fenotipo anti-infiammatorio e, probabilmente, di risolvere l’infiammazione. Nel tentativo di identificare un possibile biomarcatore che correllasse la menopausa al rischio cardiovascolare, è stato misurato il rapporto M1/M2 nei monociti circolanti nelle donne in pre- e post-menopausa ma la differenza non è risultata statisticamente significativa. In conclusione, gli estrogeni sono in grado di modulare i fenotipi e le funzioni dei macrofagi umani e rappresentano un possibile intervento farmacologico per malattie su base infiammatoria. Le prospettive future includono lo studio della polarizzazione dei monociti-macrofagi nelle donne in relazione al ciclo mestruale e a malattie endocrine come la sindrome dell’ovaio policistico.
31-gen-2014
Inglese
PBMCs; polarizzazione macrofagica; estrogeni; menopausa;Human monocyte-derived macrophages;macrophage polarization;estrogens;menopausal status
BOLEGO, CHIARA
PALATINI, PIETRO
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-97289