La Tesi si compone di due parti principali. La prima, maggiormente teorica, indaga il tema dell’umanizzazione dell’architettura per la sanità ricercando le interconnessioni tra LE variazioni tipologiche dei modelli architettonici e l’evoluzione del concetto di salute avvenuto nel tempo. Tali considerazioni vengono messe in relazione con lo sviluppo del tema dell’umanizzazione dell’architettura sanitaria quale aspetto fondamentale dell’intera ricerca. Nella consapevolezza che l’architettura debba, per sua natura, rispondere alle istanze basilari dell’essere umano, senza necessariamente ricorrere a operazioni eclettiche o solo di superficie, spesso poco convincenti anche dal punto di vista estetico, la ricerca intende, di fatto, ripercorrere i principi che hanno condotto alle attuali conformazioni delle architetture dei luoghi di cura cercando di evidenziare come l’umanizzazione non possa essere definita un’operazione accessoria e di completamento, ma debba essere considerata come un principio che pervade l’intero processo progettuale, una fonte implicita di cui l’architettura si alimenta Al termine della prima parte vengono presentati tre casi studio selezionati sulla base di criteri fissati dalla definizione di un ventaglio di ipotesi preliminari. Tali riferimenti sono esposti attraverso un’interpretazione soggettiva scaturita dai sopralluoghi diretti (avvenuti in agosto 2017) e da una descrizione oggettiva, maggiormente tecnica, derivante dallo studio e dall’approfondimento di materiali ed elaborati progettuali forniti direttamente dai progettisti. La seconda parte della tesi evidenzia lo stretto legame tra gli aspetti tecnici ed esperienziali dell’architettura per i luoghi di assistenza e cura individuando specifiche categorie che si propongono alla base di ogni percorso progettuale. L’approfondimento dei casi studio ha permesso, infatti, di ordinare i dati raccolti secondo delle nuove categorie di “intenzioni” e modalità di relazione con il contesto che potrebbero supportare i progettisti nella fase di avvio progettuale. In particolare, si ritiene che la possibilità di riferirsi ad azioni e condotte reali possa suggerire a chi si occupa di progettazione sanitaria un approccio metodologico più vicino alle necessità dell’uomo come destinatario primario dello spazio se confrontato con la rigida legislazione che attualmente costringe la materia a una impersonale rispondenza prestazionale.
Il progetto dello spazio terapeutico. L'umanizzazione dell'architettura dei luoghi di assistenza e cura
PERUGI, GIULIA
2019
Abstract
La Tesi si compone di due parti principali. La prima, maggiormente teorica, indaga il tema dell’umanizzazione dell’architettura per la sanità ricercando le interconnessioni tra LE variazioni tipologiche dei modelli architettonici e l’evoluzione del concetto di salute avvenuto nel tempo. Tali considerazioni vengono messe in relazione con lo sviluppo del tema dell’umanizzazione dell’architettura sanitaria quale aspetto fondamentale dell’intera ricerca. Nella consapevolezza che l’architettura debba, per sua natura, rispondere alle istanze basilari dell’essere umano, senza necessariamente ricorrere a operazioni eclettiche o solo di superficie, spesso poco convincenti anche dal punto di vista estetico, la ricerca intende, di fatto, ripercorrere i principi che hanno condotto alle attuali conformazioni delle architetture dei luoghi di cura cercando di evidenziare come l’umanizzazione non possa essere definita un’operazione accessoria e di completamento, ma debba essere considerata come un principio che pervade l’intero processo progettuale, una fonte implicita di cui l’architettura si alimenta Al termine della prima parte vengono presentati tre casi studio selezionati sulla base di criteri fissati dalla definizione di un ventaglio di ipotesi preliminari. Tali riferimenti sono esposti attraverso un’interpretazione soggettiva scaturita dai sopralluoghi diretti (avvenuti in agosto 2017) e da una descrizione oggettiva, maggiormente tecnica, derivante dallo studio e dall’approfondimento di materiali ed elaborati progettuali forniti direttamente dai progettisti. La seconda parte della tesi evidenzia lo stretto legame tra gli aspetti tecnici ed esperienziali dell’architettura per i luoghi di assistenza e cura individuando specifiche categorie che si propongono alla base di ogni percorso progettuale. L’approfondimento dei casi studio ha permesso, infatti, di ordinare i dati raccolti secondo delle nuove categorie di “intenzioni” e modalità di relazione con il contesto che potrebbero supportare i progettisti nella fase di avvio progettuale. In particolare, si ritiene che la possibilità di riferirsi ad azioni e condotte reali possa suggerire a chi si occupa di progettazione sanitaria un approccio metodologico più vicino alle necessità dell’uomo come destinatario primario dello spazio se confrontato con la rigida legislazione che attualmente costringe la materia a una impersonale rispondenza prestazionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/97567
URN:NBN:IT:UNIROMA1-97567