La morsicatura della coda nel suino è considerata un serio problema comportamentale da decenni. Le conseguenze sono sia a scapito del benessere animale che a scapito dei guadagni economici dell’allevatore. L’incapacità di prevenire l’insorgenza del problema in condizioni di allevamento intensivo ha portato alla scelta, adottata dalla maggioranza degli allevatori, di effettuare il taglio della coda sistematico come sistema di prevenzione. Questa scelta manageriale, al centro di questioni di benessere animale ed etiche, è affrontata dalla Direttiva Europea 2008/120 sul benessere dei suino, che enfatizza la necessità di trovare delle strategie alternative alla pratica. Studi sulla prevalenza della morsicatura della coda sono stati condotti in molti Paesi Europei, ma comparazioni tra i vari studi sembrano difficili per le differenze tra le popolazioni suine considerate. Inoltre, la maggior parte dei dati non coinvolge il suino pesante, con la completa mancanza di una descrizione dettagliata del problema in un ciclo di allevamento prolungato. La prima parte di questa tesi è stata dedicata all’identificazione della reale prevalenza del problema in Italia, completando il quadro Europeo. Inoltre, è stato adottato un approccio epidemiologico per identificare i fattori manageriali e d’allevamento che maggiormente influenzano la morsicatura della coda nel contesto specifico del suino pesante. Lo studio ha sottolineato una bassa incidenza di lesioni in Italia (0,15% di animali affetti su un campione di 79.780 animali). Questo potrebbe essere correlato all’alta percentuale (vicino al 100%) di animali soggetti alla mutilazione della coda, allo stesso tempo potrebbe anche suggerire che l’allevamento del suino pesante in un prolungato ciclo di ingrasso non peggiori i rischi di morsicatura. Inoltre, sono stati identificati diversi fattori di rischio negli allevamenti commerciali del suino pesante. I risultati potrebbero avere rilevante importanza nella produzione industriale fornendo uno strumento in più per tentare di ridurre maggiormente le perdite economiche dovute alla morsicatura della coda. Resta comunque importante il rispetto della normativa in materia di benessere, soprattutto per quanto riguarda la densità di allevamento, la disponibilità di adeguati arricchimenti ambientali ed il controllo dei parametri ambientali come i livelli di ammoniaca e la temperatura. Una volta individuato un fattore di rischio in allevamento, è importante mettere in atto gli accorgimenti necessari per ridurre l’incidenza della morsicatura della coda, migliorando il benessere animale. Una seconda parte della tesi è stata dedicata alla valutazione del benessere in suini a coda lunga nel contesto specifico dell’allevamento del suino pesante, indagando la reale fattibilità manageriale di non mutilare la coda degli animali anche in un prolungato ciclo di ingrasso. Stati considerati gli effetti di sesso e di presenza di paglia nello sviluppo della morsicatura della coda, analizzando parametri sierici, tasso di scarto, comportamento e lesioni a coda e orecchie come indicatori di benessere. Ulteriori indagini hanno valutato il tasso di mortalità e le cause di morte, mentre al macello sono state raccolti i punteggi relativi alle lesioni polmonari e alle ulcere gastriche. I risultati hanno suggerito che l’allevamento del suino pesante, rispettando le norme imposte dalla legislazione sul benessere in termini di densità, parametri ambientali, presenza di arricchimenti ambientali ed in presenza di una pavimentazione piena, sembri permettere di mantenere sotto controllo l’insorgenza della morsicatura della coda anche senza la mutilazione. La somministrazione di paglia è stato uno strumento importante sia per lo sviluppo di una maggiore attività esplorativa che per la conseguente prevenzione di morsicature e lesioni, soprattutto nello stadio iniziale dell’ingrasso. Inoltre, i risultati ottenuti al macello rivelano un effetto positivo della paglia nel prevenire le ulcere gastriche nel suino pesante, per le quali fino ad ora erano disponibili dati molto limitati. Questo effetto positivo si è ottenuto anche con la somministrazione di quantità limitate di paglia, permettendo di evitare i problemi manageriali legati alle possibili ostruzioni causate ai sistemi di allontanamento dei reflui, e limitando la manodopera. In un successivo studio di campo, la morsicatura della coda è stata valutata durante l’intero ciclo di produzione del suino pesante, iniziando dallo svezzamento fino al macello. Lo scopo è stato indagare il benessere e l’insorgenza di morsicatura alla coda anche nella fase di svezzamento, avendo a disposizione anche dati individuali tramite animali marcati con trasponder auricolari. Un pavimento grigliato è stato selezionato per la prova in quanto quello maggiormente rappresentato nell’allevamento del suino pesante ed indicato dalla bibliografia quale ulteriore fattore di rischio per la morsicatura della coda. Durante la fase di svezzamento, la coda lunga è sembrata rappresentare per i suini quasi un aggiuntivo arricchimento ambientale, attirando l’attenzione degli animali con la conseguenza di una maggiore incidenza di lesioni. Tuttavia, questa alta incidenza di morsicatura è sembrata più dovuta all’età che alla presenza di code lunghe. È probabile che lo stress sociale relativo alla progressiva riduzione dello spazio per la crescita degli animali possa aver rappresentato un fattore rilevante nell’insorgenza del problema. Durante la fase di ingrasso, eliminare il taglio della coda nel suino pesante ha sembrato portare ad un aumento delle lesioni alla coda. Ad ogni modo, rispettando i parametri imposti dalla legislazione ed in presenza di un pavimento grigliato, questo aumento di lesioni non è stato affiancato da variazioni dei parametri sierici e comportamentali osservati, suggerendo un’intensità del problema insufficiente a causare gravi problemi di benessere. In ogni caso, le potenziali perdite economiche dovute alle lesioni alle code andrebbero considerate anche se non accompagnate da altri indicatori di ridotto benessere.
Tail biting in pigs: is it possible to rear the heavy pig avoiding tail docking?
SCOLLO, ANNALISA
2013
Abstract
La morsicatura della coda nel suino è considerata un serio problema comportamentale da decenni. Le conseguenze sono sia a scapito del benessere animale che a scapito dei guadagni economici dell’allevatore. L’incapacità di prevenire l’insorgenza del problema in condizioni di allevamento intensivo ha portato alla scelta, adottata dalla maggioranza degli allevatori, di effettuare il taglio della coda sistematico come sistema di prevenzione. Questa scelta manageriale, al centro di questioni di benessere animale ed etiche, è affrontata dalla Direttiva Europea 2008/120 sul benessere dei suino, che enfatizza la necessità di trovare delle strategie alternative alla pratica. Studi sulla prevalenza della morsicatura della coda sono stati condotti in molti Paesi Europei, ma comparazioni tra i vari studi sembrano difficili per le differenze tra le popolazioni suine considerate. Inoltre, la maggior parte dei dati non coinvolge il suino pesante, con la completa mancanza di una descrizione dettagliata del problema in un ciclo di allevamento prolungato. La prima parte di questa tesi è stata dedicata all’identificazione della reale prevalenza del problema in Italia, completando il quadro Europeo. Inoltre, è stato adottato un approccio epidemiologico per identificare i fattori manageriali e d’allevamento che maggiormente influenzano la morsicatura della coda nel contesto specifico del suino pesante. Lo studio ha sottolineato una bassa incidenza di lesioni in Italia (0,15% di animali affetti su un campione di 79.780 animali). Questo potrebbe essere correlato all’alta percentuale (vicino al 100%) di animali soggetti alla mutilazione della coda, allo stesso tempo potrebbe anche suggerire che l’allevamento del suino pesante in un prolungato ciclo di ingrasso non peggiori i rischi di morsicatura. Inoltre, sono stati identificati diversi fattori di rischio negli allevamenti commerciali del suino pesante. I risultati potrebbero avere rilevante importanza nella produzione industriale fornendo uno strumento in più per tentare di ridurre maggiormente le perdite economiche dovute alla morsicatura della coda. Resta comunque importante il rispetto della normativa in materia di benessere, soprattutto per quanto riguarda la densità di allevamento, la disponibilità di adeguati arricchimenti ambientali ed il controllo dei parametri ambientali come i livelli di ammoniaca e la temperatura. Una volta individuato un fattore di rischio in allevamento, è importante mettere in atto gli accorgimenti necessari per ridurre l’incidenza della morsicatura della coda, migliorando il benessere animale. Una seconda parte della tesi è stata dedicata alla valutazione del benessere in suini a coda lunga nel contesto specifico dell’allevamento del suino pesante, indagando la reale fattibilità manageriale di non mutilare la coda degli animali anche in un prolungato ciclo di ingrasso. Stati considerati gli effetti di sesso e di presenza di paglia nello sviluppo della morsicatura della coda, analizzando parametri sierici, tasso di scarto, comportamento e lesioni a coda e orecchie come indicatori di benessere. Ulteriori indagini hanno valutato il tasso di mortalità e le cause di morte, mentre al macello sono state raccolti i punteggi relativi alle lesioni polmonari e alle ulcere gastriche. I risultati hanno suggerito che l’allevamento del suino pesante, rispettando le norme imposte dalla legislazione sul benessere in termini di densità, parametri ambientali, presenza di arricchimenti ambientali ed in presenza di una pavimentazione piena, sembri permettere di mantenere sotto controllo l’insorgenza della morsicatura della coda anche senza la mutilazione. La somministrazione di paglia è stato uno strumento importante sia per lo sviluppo di una maggiore attività esplorativa che per la conseguente prevenzione di morsicature e lesioni, soprattutto nello stadio iniziale dell’ingrasso. Inoltre, i risultati ottenuti al macello rivelano un effetto positivo della paglia nel prevenire le ulcere gastriche nel suino pesante, per le quali fino ad ora erano disponibili dati molto limitati. Questo effetto positivo si è ottenuto anche con la somministrazione di quantità limitate di paglia, permettendo di evitare i problemi manageriali legati alle possibili ostruzioni causate ai sistemi di allontanamento dei reflui, e limitando la manodopera. In un successivo studio di campo, la morsicatura della coda è stata valutata durante l’intero ciclo di produzione del suino pesante, iniziando dallo svezzamento fino al macello. Lo scopo è stato indagare il benessere e l’insorgenza di morsicatura alla coda anche nella fase di svezzamento, avendo a disposizione anche dati individuali tramite animali marcati con trasponder auricolari. Un pavimento grigliato è stato selezionato per la prova in quanto quello maggiormente rappresentato nell’allevamento del suino pesante ed indicato dalla bibliografia quale ulteriore fattore di rischio per la morsicatura della coda. Durante la fase di svezzamento, la coda lunga è sembrata rappresentare per i suini quasi un aggiuntivo arricchimento ambientale, attirando l’attenzione degli animali con la conseguenza di una maggiore incidenza di lesioni. Tuttavia, questa alta incidenza di morsicatura è sembrata più dovuta all’età che alla presenza di code lunghe. È probabile che lo stress sociale relativo alla progressiva riduzione dello spazio per la crescita degli animali possa aver rappresentato un fattore rilevante nell’insorgenza del problema. Durante la fase di ingrasso, eliminare il taglio della coda nel suino pesante ha sembrato portare ad un aumento delle lesioni alla coda. Ad ogni modo, rispettando i parametri imposti dalla legislazione ed in presenza di un pavimento grigliato, questo aumento di lesioni non è stato affiancato da variazioni dei parametri sierici e comportamentali osservati, suggerendo un’intensità del problema insufficiente a causare gravi problemi di benessere. In ogni caso, le potenziali perdite economiche dovute alle lesioni alle code andrebbero considerate anche se non accompagnate da altri indicatori di ridotto benessere.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/97603
URN:NBN:IT:UNIPD-97603