Questa ricerca muove da alcune considerazioni inerenti le conseguenze della Seconda guerra mondiale, che ha implicato una rivoluzione assiologica in molti ambiti del pensiero occidentale (artistico, giuridico, filosofico, politico), compromettendo irrimediabilmente (perlomeno nell’immaginario collettivo) due categorie fondanti dell’essere umano quali la città e il corpo (parte I). Concentrandosi sull’Europa degli anni che vanno dal 1945 al crollo del muro di Berlino, si è scelto di osservare alcuni fra i più peculiari eventi culturali del secondo Novecento attraverso l’opera di Samuel Beckett, per la validità testimoniale e il potenziale interpretativo che questa rappresenta, proponendola come indicatore affidabile di situazioni e modificazioni. Il lavoro dell’autore irlandese è cosniderato come un filtro privilegiato per evidenziare le peculiarità intrinseche e i nodi cruciali di dinamiche fiancheggiate per circa un cinquantennio e l’efficace liquido di contrasto di un’epoca. Nella seconda metà di questo lavoro (parti II e III) l’opera di Beckett viene effettivamente posta al centro della ricerca per saggiare la validità della visione del mondo che la sua lente propone, avanzando però costanti confronti con esperienze artistiche coeve (come nella prima parte del lavoro con P. Celan e T.W. Adorno, così nella seconda con R. Queneau e G. Gould). L’evoluzione stessa delle pratiche artistiche beckettiane testimonia una sintonia con le tendenze e le svolte culturali del tempo, talvolta anticipate o addirittura provocate, comprovando l’esigenza di un’analisi che ne circostanzi la traiettoria. L’apparente squilibrio formale del lavoro sottende dunque a consentire al quadro di riferimento proposto nella parte I di contestualizzare e sostenere l’analisi avanzata nelle parti II e III. In questo senso, il piano di riferimento resta inalterato pur nel progressivo passaggio dalla prospettiva generale a quella particolare.
"La traccia dell'addio delle cose". L'Europa postbellica e il caso Beckett
GENNARO, TOMMASO
2017
Abstract
Questa ricerca muove da alcune considerazioni inerenti le conseguenze della Seconda guerra mondiale, che ha implicato una rivoluzione assiologica in molti ambiti del pensiero occidentale (artistico, giuridico, filosofico, politico), compromettendo irrimediabilmente (perlomeno nell’immaginario collettivo) due categorie fondanti dell’essere umano quali la città e il corpo (parte I). Concentrandosi sull’Europa degli anni che vanno dal 1945 al crollo del muro di Berlino, si è scelto di osservare alcuni fra i più peculiari eventi culturali del secondo Novecento attraverso l’opera di Samuel Beckett, per la validità testimoniale e il potenziale interpretativo che questa rappresenta, proponendola come indicatore affidabile di situazioni e modificazioni. Il lavoro dell’autore irlandese è cosniderato come un filtro privilegiato per evidenziare le peculiarità intrinseche e i nodi cruciali di dinamiche fiancheggiate per circa un cinquantennio e l’efficace liquido di contrasto di un’epoca. Nella seconda metà di questo lavoro (parti II e III) l’opera di Beckett viene effettivamente posta al centro della ricerca per saggiare la validità della visione del mondo che la sua lente propone, avanzando però costanti confronti con esperienze artistiche coeve (come nella prima parte del lavoro con P. Celan e T.W. Adorno, così nella seconda con R. Queneau e G. Gould). L’evoluzione stessa delle pratiche artistiche beckettiane testimonia una sintonia con le tendenze e le svolte culturali del tempo, talvolta anticipate o addirittura provocate, comprovando l’esigenza di un’analisi che ne circostanzi la traiettoria. L’apparente squilibrio formale del lavoro sottende dunque a consentire al quadro di riferimento proposto nella parte I di contestualizzare e sostenere l’analisi avanzata nelle parti II e III. In questo senso, il piano di riferimento resta inalterato pur nel progressivo passaggio dalla prospettiva generale a quella particolare.File | Dimensione | Formato | |
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Tesi dottorato Gennaro
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/97956
URN:NBN:IT:UNIROMA1-97956