Il primo capitolo, intitolato “Crisi economica e diritto contrattuale” si pone come obiettivo l’inquadramento del problema di fondo della tesi, l’approccio metodologico e le soluzioni che ci si propone di trovare. L’oggetto della ricerca è il verificare in che modo la crisi economica incida nei rapporti di diritto contrattuale, in particolare, sull’interesse delle parti nei contratti a lungo termine, in cui esse non esauriscono il rapporto alla stipula, ma vi è una fase successiva in cui rimangono in contatto tra loro. Dunque, si vuole comprendere come le parti debbano comportarsi nel caso in cui nel rapporto contrattuale intervengano sopravvenienze o eventi straordinari, come l’attuale crisi economico finanziaria (la più grave dal 1929), che produce effetti analoghi a quelli di una guerra. A tal fine, è utile analizzare come i metodi post bellici di adeguamento del contratto, assumano importanza in tempo di pace. E’ interessante focalizzarsi sul punto di vista dei contraenti e notare come essi, in caso di sopravvenienze, si trovino a dover scegliere tra due principi: il principio di conservazione del contratto “pacta sunt servanda” e il principio di adeguamento del contratto “rebus sic stantibus” per poi comprendere quale dei due sia più congeniale al singolo tipo di rapporto in analisi. Verificato questo punto, vi è la necessità di comprendere l’allocazione legale e convenzionale del rischio nei contratti di durata o ad esecuzione continuata, periodica o differita. Il nucleo centrale è naturalmente l’art. 1467 c.c., e la preoccupazione del legislatore per l’equilibrio contrattuale e per il sinallagma; equilibrio contrattuale che ovviamente deve essere analizzato in modo differente nel caso dei contratti commutativi e aleatori. Un altro punto interessante su cui soffermarsi è: il legislatore sostiene che le sopravvenienze che subentrano nel rapporto e alterano il sinallagma devono essere straordinarie ed imprevedibili, quindi la svalutazione monetaria può essere considerata straordinaria o imprevedibile? Infine, il capitolo si chiude con uno sguardo alla disciplina transnazionale, ai principi sviluppati dall’ “Unidroit”, dalla “Commissione Ole Lando”, e dal “Common Frame of Reference”. Nel secondo capitolo titolato “Ipotesi tipiche e gestione delle sopravvenienze eccessivamente onerose nei contratti” trattiamo due ipotesi tipiche che vengono coinvolte nei casi di sopravvenienza, ossia la vendita con patto di riscatto e con patto di retrovendita, due contratti traslativi immediati ma ad esecuzione dissociata. Si passa poi al preliminare ad effetti obbligatori e agli eventi che si possono verificare tra questo e il contratto definitivo, alterandone il sinallagma. In seguito, si analizza il contratto costitutivo di servitù, l’enfiteusi, la locazione e l’affitto; tutti contratti soggetti alle modifiche del tempo ed infine del contratto con obbligazioni solo a carico di una parte. Il terzo capitolo dal titolo “La risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta” è interamente focalizzato su questo istituto, si tratta preliminarmente delle origini e del fondamento dell’istituto, dei presupposti della risoluzione, dell’eccessiva onerosità, dello svilimento della prestazione, della straordinarietà e dell’imprevedibilità dell’evento, dell’alea e si sviluppa il tema della presupposizione. Da ultimo, si propone una panoramica giurisprudenziale, atta a verificare se questi temi og-getto di ampio dibattito dottrinale, siano poi effettivamente stati applicati dalla Suprema Corte. In conclusione, lo scopo della tesi è trovare delle soluzioni per gestire al meglio le situazioni in cui si presenti l’eccessiva onerosità sopravvenuta a causa della crisi economica e fornire strumenti giuridici utili per un’efficiente allocazione del rischio fra le parti. Senza alcuna pretesa di esaustività, lo scopo della ricerca è il comprendere se effettivamente la “crisi economica” sia stata valutata dalla Suprema Corte come motivo di risoluzione o meno ex art. 1467 c.c. e come questo istituto sia stato effettivamente applicato in giurisprudenza. Ebbene, dalla disamina appare che la “crisi economica” sia stata sporadicamente presa in considerazione dalla Suprema Corte come motivo risolutorio ex art. 1467 c.c., tuttavia è molto interessante notare che vi sia una pressochè sconfinata giurisprudenza dei tribunali di merito sul punto, i quali sono molto sensibili e addirittura favorevoli all’argomento, soprattutto la Sezione Specializzata Impresa e la Sezione Lavoro. Pertanto, si può ritenere che seppur non ancora pienamente recepito come principio dalla Cassazione, sicuramente è un tema caldo per i giudici.
Clausola di eccessiva onerosità sopravvenuta e crisi economica
PAGLIANI, Federica
2016
Abstract
Il primo capitolo, intitolato “Crisi economica e diritto contrattuale” si pone come obiettivo l’inquadramento del problema di fondo della tesi, l’approccio metodologico e le soluzioni che ci si propone di trovare. L’oggetto della ricerca è il verificare in che modo la crisi economica incida nei rapporti di diritto contrattuale, in particolare, sull’interesse delle parti nei contratti a lungo termine, in cui esse non esauriscono il rapporto alla stipula, ma vi è una fase successiva in cui rimangono in contatto tra loro. Dunque, si vuole comprendere come le parti debbano comportarsi nel caso in cui nel rapporto contrattuale intervengano sopravvenienze o eventi straordinari, come l’attuale crisi economico finanziaria (la più grave dal 1929), che produce effetti analoghi a quelli di una guerra. A tal fine, è utile analizzare come i metodi post bellici di adeguamento del contratto, assumano importanza in tempo di pace. E’ interessante focalizzarsi sul punto di vista dei contraenti e notare come essi, in caso di sopravvenienze, si trovino a dover scegliere tra due principi: il principio di conservazione del contratto “pacta sunt servanda” e il principio di adeguamento del contratto “rebus sic stantibus” per poi comprendere quale dei due sia più congeniale al singolo tipo di rapporto in analisi. Verificato questo punto, vi è la necessità di comprendere l’allocazione legale e convenzionale del rischio nei contratti di durata o ad esecuzione continuata, periodica o differita. Il nucleo centrale è naturalmente l’art. 1467 c.c., e la preoccupazione del legislatore per l’equilibrio contrattuale e per il sinallagma; equilibrio contrattuale che ovviamente deve essere analizzato in modo differente nel caso dei contratti commutativi e aleatori. Un altro punto interessante su cui soffermarsi è: il legislatore sostiene che le sopravvenienze che subentrano nel rapporto e alterano il sinallagma devono essere straordinarie ed imprevedibili, quindi la svalutazione monetaria può essere considerata straordinaria o imprevedibile? Infine, il capitolo si chiude con uno sguardo alla disciplina transnazionale, ai principi sviluppati dall’ “Unidroit”, dalla “Commissione Ole Lando”, e dal “Common Frame of Reference”. Nel secondo capitolo titolato “Ipotesi tipiche e gestione delle sopravvenienze eccessivamente onerose nei contratti” trattiamo due ipotesi tipiche che vengono coinvolte nei casi di sopravvenienza, ossia la vendita con patto di riscatto e con patto di retrovendita, due contratti traslativi immediati ma ad esecuzione dissociata. Si passa poi al preliminare ad effetti obbligatori e agli eventi che si possono verificare tra questo e il contratto definitivo, alterandone il sinallagma. In seguito, si analizza il contratto costitutivo di servitù, l’enfiteusi, la locazione e l’affitto; tutti contratti soggetti alle modifiche del tempo ed infine del contratto con obbligazioni solo a carico di una parte. Il terzo capitolo dal titolo “La risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta” è interamente focalizzato su questo istituto, si tratta preliminarmente delle origini e del fondamento dell’istituto, dei presupposti della risoluzione, dell’eccessiva onerosità, dello svilimento della prestazione, della straordinarietà e dell’imprevedibilità dell’evento, dell’alea e si sviluppa il tema della presupposizione. Da ultimo, si propone una panoramica giurisprudenziale, atta a verificare se questi temi og-getto di ampio dibattito dottrinale, siano poi effettivamente stati applicati dalla Suprema Corte. In conclusione, lo scopo della tesi è trovare delle soluzioni per gestire al meglio le situazioni in cui si presenti l’eccessiva onerosità sopravvenuta a causa della crisi economica e fornire strumenti giuridici utili per un’efficiente allocazione del rischio fra le parti. Senza alcuna pretesa di esaustività, lo scopo della ricerca è il comprendere se effettivamente la “crisi economica” sia stata valutata dalla Suprema Corte come motivo di risoluzione o meno ex art. 1467 c.c. e come questo istituto sia stato effettivamente applicato in giurisprudenza. Ebbene, dalla disamina appare che la “crisi economica” sia stata sporadicamente presa in considerazione dalla Suprema Corte come motivo risolutorio ex art. 1467 c.c., tuttavia è molto interessante notare che vi sia una pressochè sconfinata giurisprudenza dei tribunali di merito sul punto, i quali sono molto sensibili e addirittura favorevoli all’argomento, soprattutto la Sezione Specializzata Impresa e la Sezione Lavoro. Pertanto, si può ritenere che seppur non ancora pienamente recepito come principio dalla Cassazione, sicuramente è un tema caldo per i giudici.File | Dimensione | Formato | |
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Tesi dottorato Pagliani
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/98049
URN:NBN:IT:UNIROMA1-98049