Uno degli obiettivi principali del lavoro è stato quello di fornire un quadro d’insieme di tutte le strutture urbane di stoccaggio, aspetto che mancava nell’ambito degli studi di topografia e di urbanistica di Roma. Altro obiettivo fondamentale è stato quello di mettere in luce gli aspetti tecnici degli edifici, analizzandone le caratteristiche strutturali e planimetriche. La tesi, in terzo luogo, si è spinta oltre i meri aspetti tecnici, individuando fin da subito l’importanza degli aspetti funzionali, in grado di restituire la vera natura utilitaria di questo tipo di edificio. Da ultimo sono stati considerati gli aspetti gestionali. La ricerca è stata condotta sulle strutture di stoccaggio all’interno dello spazio urbano, considerato nei limiti dell’organizzazione amministrativa delle regioni augustee. Dal punto di vista cronologico la ricerca si è estesa su un panorama compreso tra la media età repubblicana e l’età severiana, periodi a cui si riferiscono le strutture in esame. La ricerca è stata condotta con sistematicità, affrontando una cospicua mole di dati estremamente disomogenei. Tramite un accurato censimento, che ha preso in considerazione tutte le fonti disponibili sono stati individuati 195 magazzini, che hanno costituito la base del lavoro. Ciascuna struttura è stata schedata secondo voci omogenee, allo scopo di raccogliere in maniera sistematica e ordinata i dati disponibili e renderli confrontabili. Per quanto concerne la metodologia, la ricerca ha previsto un accurato spoglio bibliografico, che ha comportato la consultazione di una cospicua bibliografia incentrata sulle tematiche afferenti alle strutture di stoccaggio di Roma, la topografia di Roma e i magazzini in generale. A questa è seguita una revisione delle fonti epigrafiche, in grado di restituire informazioni esplicite riferite a proprietà, tipi di merci e di attività svolte all’interno delle strutture. Oltre alla consultazione dei principali repertori si sono sfruttate anche le banche-dati on-line. E’ seguita un’attenta revisione dei frammenti della Forma Urbis Romae, mappa marmorea di età severiana, nella quale, tra gli edifici rappresentati, sono stati riconosciuti anche numerosi magazzini. Il lavoro è proceduto con più revisioni dei frammenti, dei quali sono stati privilegiati quelli con collocazione topografica nota. Il lavoro ha potuto contare sull’utilizzo della banca-dati on-line del Stanford Digital Forma Urbis Project (curata dalla Stanford University e dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma). Dove possibile la ricerca ha prediletto l’approccio diretto alle strutture, conducendo quindi una serie di analisi autoptiche agli edifici superstiti, con il fine di ricavare informazioni tecniche e strutturali. Le analisi dirette sono state condotte tanto in strutture conservate all’interno di aree archeologiche, quanto in edifici conservati nei sotterranei di alcune Chiese. Su tali manufatti sono stati eseguiti rilievi diretti e analisi delle strutture murarie, corredando il tutto con riprese fotografiche. Infine sono state eseguite delle ricerche d’archivio (in particolar modo nell’Archivio di Documentazione Archeologica della SSBAR), con il fine di chiarire e completare alcuni aspetti cha dalle altre fonti risultavano incompleti. Tutti i dati raccolti sono confluiti nel Catalogo e hanno costituito la base per lo sviluppo e l’elaborazione della ricerca. Il lavoro ha potuto svilupparsi in collaborazione con alcune ricerche in corso su tematiche affini, fondamentali per uno sviluppo aggiornato del presente studio. Tra queste il progetto Entrpôts et lieux de stockage dans le monde grèco-romain antique (ANR-CNRS-IRAA-EFA), che occupandosi dei magazzini nel bacino del Mediterraneo ha fornito la possibilità di disporre di abbondanti confronti. Inoltre è in corso la collaborazione per il completamento della banca-dati on-line Entrpôts, di cui la presente ricerca è divenuta parte integrante. Si è sviluppata poi una collaborazione con il Porticus Aemilia Project (SSBAR – KNIR), incentrato sullo studio diretto, tramite scavo e analisi strutturale, di uno degli edifici più importanti di Roma e di questa ricerca. Infine un contributo importante è stato dato dalla cattedra di Archeologia dell’Università di Roma, cha ha messo fin dagli inizi a disposizione i dati del progetto Imago Urbis, fornendo così un tangibile aiuto allo sviluppo degli aspetti topografici e di posizionamento dei magazzini. Il lavoro svolto ha messo in luce alcuni aspetti particolarmente interessanti. L’analisi degli aspetti strutturali ha evidenziato ad esempio l’elevato grado di attenzione con cui queste strutture utilitarie furono costruite, dalle fondazioni alle coperture, con accorgimenti specifici volti a garantire la buona stabilità dell’edificio e la salubrità degli ambienti per la conservazione delle merci. In particolar modo l’analisi si è sviluppata distinguendo gli aspetti costruttivi delle fasi originarie dalla trasformazioni successive, in maniera da rendere evidente, tramite le modifiche e i mantenimenti, cosa realmente risultasse importante nelle varie età e cosa abbia costituito un progresso. Particolarmente interessanti, da questo punto di vista, sono risultate le tecniche costruttive, e dunque le modifiche strutturali, d’età traianea e severiana. Aspetto originale della ricerca è stata la creazione di una tipologia planimetrica delle strutture di stoccaggio. Sebbene la precedente letteratura, riferita a magazzini, si sia espressa parlando di “tipi”, si registrava l’assenza di uno studio sistematico di supporto per poter realmente distinguere tali “tipi”. Il lavoro ha portato all’individuazione di 6 tipi base, le cui varianti sono rappresentate dalle caratteristiche dei vani di stoccaggio e degli spazi logistici (cortili, corridoio, composizione dei vani). L’analisi della comparsa e della permanenza dei tipi planimetrici ha permesso di individuare negli aspetti funzionali e nei condizionamenti topografici le reali motivazioni che portarono alla diffusione e allo sviluppo dei diversi impianti planimetrici all’interno della città di Roma. Fondamentale è anche la comprensione degli aspetti topografici, che vedono i magazzini concentrati in alcune aree specifiche. Il lavoro è stato organizzato fin dall’inizio individuando due macrocontesti urbani, rappresentati dal comparto fluviale e da quello interno. Particolarmente interessante è risultato il contesto fluviale, ospitante la maggior parte dei magazzini. In esso la ricerca ha portato ad individuare la sequenza cronologica di occupazione delle rive con strutture di stoccaggio e ne ha messo a fuoco le peculiarità in relazione alle direttrici di arrivo e ai tipi di merci. E’ emersa così la specificità di alcune aree rivierasche deputate al ricevimento e allo stoccaggio di particolari tipi di merci. Questa parte della ricerca, che ha preso in considerazione anche le infrastrutture e i contesti urbani in cui sorsero gli edifici di immagazzinamento, si configura come un’integrazione alle conoscenze topografiche della città. Infine la ricerca si è doverosamente spinta nell’analisi degli aspetti funzionali delle strutture di stoccaggio. Le ricerche in corso che si occupino di tematiche affini, sono propense a considerare i magazzini non solo come edifici di stoccaggio, ma anche come edifici multifunzionali, nei quali fossero praticate cioè anche attività di vendita, lavorazione o abitazione. Dalla presente ricerca è emerso che i magazzini di Roma sono perfettamente compatibili con questo quadro innovativo, che inserisce i magazzini in un’ottica molto più dinamica di quella che la tradizione ha sino ad ora tramandato. Nella ricerca sono stati individuati ed esposti gli elementi diagnostici per determinare la funzione di stoccaggio esclusivo o di edificio multifunzionale, completando l’analisi con il contributo delle attestazioni epigrafiche. Infine le attestazioni epigrafiche e le fonti letterarie hanno contribuito in maniera determinante alla comprensione degli aspetti gestionali. E’ stata analizzata l’influenza del comparto privato e del comparto statale nella gestione dei magazzini, individuando una demarcazione meno netta del previsto tra le due realtà, entrambe coinvolte nella conduzione e nello stoccaggio di merci nella capitale ed entrambe in grado di sfruttare l’edificio magazzino, non solo come deposito per le merci, ma anche come bene immobiliare in grado di produrre capitali (tramite gli affitti). La ricerca ha permesso dunque di evidenziare molti aspetti interessanti correlati al funzionamento dei magazzini: da un lato, l’attenta programmazione e la grande organizzazione, dall’altro la grande versatilità e la varietà di funzioni, merci e usi cui i magazzini erano destinati.

Lo stoccaggio delle merci a Roma. Analisi architettonica, topografica e funzionale dei magazzini di età romana

MIMMO, MILENA
2014

Abstract

Uno degli obiettivi principali del lavoro è stato quello di fornire un quadro d’insieme di tutte le strutture urbane di stoccaggio, aspetto che mancava nell’ambito degli studi di topografia e di urbanistica di Roma. Altro obiettivo fondamentale è stato quello di mettere in luce gli aspetti tecnici degli edifici, analizzandone le caratteristiche strutturali e planimetriche. La tesi, in terzo luogo, si è spinta oltre i meri aspetti tecnici, individuando fin da subito l’importanza degli aspetti funzionali, in grado di restituire la vera natura utilitaria di questo tipo di edificio. Da ultimo sono stati considerati gli aspetti gestionali. La ricerca è stata condotta sulle strutture di stoccaggio all’interno dello spazio urbano, considerato nei limiti dell’organizzazione amministrativa delle regioni augustee. Dal punto di vista cronologico la ricerca si è estesa su un panorama compreso tra la media età repubblicana e l’età severiana, periodi a cui si riferiscono le strutture in esame. La ricerca è stata condotta con sistematicità, affrontando una cospicua mole di dati estremamente disomogenei. Tramite un accurato censimento, che ha preso in considerazione tutte le fonti disponibili sono stati individuati 195 magazzini, che hanno costituito la base del lavoro. Ciascuna struttura è stata schedata secondo voci omogenee, allo scopo di raccogliere in maniera sistematica e ordinata i dati disponibili e renderli confrontabili. Per quanto concerne la metodologia, la ricerca ha previsto un accurato spoglio bibliografico, che ha comportato la consultazione di una cospicua bibliografia incentrata sulle tematiche afferenti alle strutture di stoccaggio di Roma, la topografia di Roma e i magazzini in generale. A questa è seguita una revisione delle fonti epigrafiche, in grado di restituire informazioni esplicite riferite a proprietà, tipi di merci e di attività svolte all’interno delle strutture. Oltre alla consultazione dei principali repertori si sono sfruttate anche le banche-dati on-line. E’ seguita un’attenta revisione dei frammenti della Forma Urbis Romae, mappa marmorea di età severiana, nella quale, tra gli edifici rappresentati, sono stati riconosciuti anche numerosi magazzini. Il lavoro è proceduto con più revisioni dei frammenti, dei quali sono stati privilegiati quelli con collocazione topografica nota. Il lavoro ha potuto contare sull’utilizzo della banca-dati on-line del Stanford Digital Forma Urbis Project (curata dalla Stanford University e dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma). Dove possibile la ricerca ha prediletto l’approccio diretto alle strutture, conducendo quindi una serie di analisi autoptiche agli edifici superstiti, con il fine di ricavare informazioni tecniche e strutturali. Le analisi dirette sono state condotte tanto in strutture conservate all’interno di aree archeologiche, quanto in edifici conservati nei sotterranei di alcune Chiese. Su tali manufatti sono stati eseguiti rilievi diretti e analisi delle strutture murarie, corredando il tutto con riprese fotografiche. Infine sono state eseguite delle ricerche d’archivio (in particolar modo nell’Archivio di Documentazione Archeologica della SSBAR), con il fine di chiarire e completare alcuni aspetti cha dalle altre fonti risultavano incompleti. Tutti i dati raccolti sono confluiti nel Catalogo e hanno costituito la base per lo sviluppo e l’elaborazione della ricerca. Il lavoro ha potuto svilupparsi in collaborazione con alcune ricerche in corso su tematiche affini, fondamentali per uno sviluppo aggiornato del presente studio. Tra queste il progetto Entrpôts et lieux de stockage dans le monde grèco-romain antique (ANR-CNRS-IRAA-EFA), che occupandosi dei magazzini nel bacino del Mediterraneo ha fornito la possibilità di disporre di abbondanti confronti. Inoltre è in corso la collaborazione per il completamento della banca-dati on-line Entrpôts, di cui la presente ricerca è divenuta parte integrante. Si è sviluppata poi una collaborazione con il Porticus Aemilia Project (SSBAR – KNIR), incentrato sullo studio diretto, tramite scavo e analisi strutturale, di uno degli edifici più importanti di Roma e di questa ricerca. Infine un contributo importante è stato dato dalla cattedra di Archeologia dell’Università di Roma, cha ha messo fin dagli inizi a disposizione i dati del progetto Imago Urbis, fornendo così un tangibile aiuto allo sviluppo degli aspetti topografici e di posizionamento dei magazzini. Il lavoro svolto ha messo in luce alcuni aspetti particolarmente interessanti. L’analisi degli aspetti strutturali ha evidenziato ad esempio l’elevato grado di attenzione con cui queste strutture utilitarie furono costruite, dalle fondazioni alle coperture, con accorgimenti specifici volti a garantire la buona stabilità dell’edificio e la salubrità degli ambienti per la conservazione delle merci. In particolar modo l’analisi si è sviluppata distinguendo gli aspetti costruttivi delle fasi originarie dalla trasformazioni successive, in maniera da rendere evidente, tramite le modifiche e i mantenimenti, cosa realmente risultasse importante nelle varie età e cosa abbia costituito un progresso. Particolarmente interessanti, da questo punto di vista, sono risultate le tecniche costruttive, e dunque le modifiche strutturali, d’età traianea e severiana. Aspetto originale della ricerca è stata la creazione di una tipologia planimetrica delle strutture di stoccaggio. Sebbene la precedente letteratura, riferita a magazzini, si sia espressa parlando di “tipi”, si registrava l’assenza di uno studio sistematico di supporto per poter realmente distinguere tali “tipi”. Il lavoro ha portato all’individuazione di 6 tipi base, le cui varianti sono rappresentate dalle caratteristiche dei vani di stoccaggio e degli spazi logistici (cortili, corridoio, composizione dei vani). L’analisi della comparsa e della permanenza dei tipi planimetrici ha permesso di individuare negli aspetti funzionali e nei condizionamenti topografici le reali motivazioni che portarono alla diffusione e allo sviluppo dei diversi impianti planimetrici all’interno della città di Roma. Fondamentale è anche la comprensione degli aspetti topografici, che vedono i magazzini concentrati in alcune aree specifiche. Il lavoro è stato organizzato fin dall’inizio individuando due macrocontesti urbani, rappresentati dal comparto fluviale e da quello interno. Particolarmente interessante è risultato il contesto fluviale, ospitante la maggior parte dei magazzini. In esso la ricerca ha portato ad individuare la sequenza cronologica di occupazione delle rive con strutture di stoccaggio e ne ha messo a fuoco le peculiarità in relazione alle direttrici di arrivo e ai tipi di merci. E’ emersa così la specificità di alcune aree rivierasche deputate al ricevimento e allo stoccaggio di particolari tipi di merci. Questa parte della ricerca, che ha preso in considerazione anche le infrastrutture e i contesti urbani in cui sorsero gli edifici di immagazzinamento, si configura come un’integrazione alle conoscenze topografiche della città. Infine la ricerca si è doverosamente spinta nell’analisi degli aspetti funzionali delle strutture di stoccaggio. Le ricerche in corso che si occupino di tematiche affini, sono propense a considerare i magazzini non solo come edifici di stoccaggio, ma anche come edifici multifunzionali, nei quali fossero praticate cioè anche attività di vendita, lavorazione o abitazione. Dalla presente ricerca è emerso che i magazzini di Roma sono perfettamente compatibili con questo quadro innovativo, che inserisce i magazzini in un’ottica molto più dinamica di quella che la tradizione ha sino ad ora tramandato. Nella ricerca sono stati individuati ed esposti gli elementi diagnostici per determinare la funzione di stoccaggio esclusivo o di edificio multifunzionale, completando l’analisi con il contributo delle attestazioni epigrafiche. Infine le attestazioni epigrafiche e le fonti letterarie hanno contribuito in maniera determinante alla comprensione degli aspetti gestionali. E’ stata analizzata l’influenza del comparto privato e del comparto statale nella gestione dei magazzini, individuando una demarcazione meno netta del previsto tra le due realtà, entrambe coinvolte nella conduzione e nello stoccaggio di merci nella capitale ed entrambe in grado di sfruttare l’edificio magazzino, non solo come deposito per le merci, ma anche come bene immobiliare in grado di produrre capitali (tramite gli affitti). La ricerca ha permesso dunque di evidenziare molti aspetti interessanti correlati al funzionamento dei magazzini: da un lato, l’attenta programmazione e la grande organizzazione, dall’altro la grande versatilità e la varietà di funzioni, merci e usi cui i magazzini erano destinati.
2014
Italiano
HORREA MAGAZZINI WAREHOUSES STOCCAGGIO ROMA
BUSANA, MARIA STELLA
SALEMI, GIUSEPPE
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/98343
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-98343