Il coordinamento delle strategie tra player rivali può avere per oggetto e/o per effetto quello di falsare il gioco della concorrenza, con conseguenze negative per il mercato e per i consumatori. Come estensivamente evidenziato in letteratura, gli aspetti strutturali impattano sulla capacità delle imprese di abusare collettivamente del proprio potere di mercato. In particolare, la realizzazione di cartelli e la stabilità di tali accordi nel tempo sono tanto più probabili quanto minore è il numero dei giocatori attivi nell’industria e, quindi, quanto maggiore è il grado di concentrazione della stessa. Tuttavia, diversi altri elementi possono favorire (o ostacolare) fenomeni collusivi. Il presente contributo approfondisce un tema poco esplorato in letteratura, analizzando la presenza di alterazioni del processo competitivo anche all’interno di settori strutturalmente polverizzati - tipicamente, in diversi rami dell’industria manifatturiera e agroalimentare italiana, nonché all’interno di alcuni settori fortemente regolamentati. In secondo luogo, lo studio rivela che in tali settori vi è un limitato ricircolo di iniziative imprenditoriali. Lo scarso turnover all’interno dei mercati rallenta il processo concorrenziale e contribuisce a spiegare l’esistenza di cartelli. I risultati offrono utili spunti di riflessione per gli studiosi e i policy-makers che si interessano di concorrenza e regolamentazione dei mercati. Tra le implicazioni pratiche, il contributo evidenzia la necessità di interventi di politica economica nei settori "dispersi". Tali interventi dovrebbero avere l’obiettivo di promuovere l’efficienza delle PMI anche attraverso processi di aggregazione. Inoltre, uno snellimento della regolamentazione che caratterizza alcuni ordini professionali potrebbe stimolare la concorrenza, statica e dinamica.
Concorrenza e collusione nei mercati italiani: aspetti teorici ed evidenze empiriche
Iannoni, Fabrizio
2019
Abstract
Il coordinamento delle strategie tra player rivali può avere per oggetto e/o per effetto quello di falsare il gioco della concorrenza, con conseguenze negative per il mercato e per i consumatori. Come estensivamente evidenziato in letteratura, gli aspetti strutturali impattano sulla capacità delle imprese di abusare collettivamente del proprio potere di mercato. In particolare, la realizzazione di cartelli e la stabilità di tali accordi nel tempo sono tanto più probabili quanto minore è il numero dei giocatori attivi nell’industria e, quindi, quanto maggiore è il grado di concentrazione della stessa. Tuttavia, diversi altri elementi possono favorire (o ostacolare) fenomeni collusivi. Il presente contributo approfondisce un tema poco esplorato in letteratura, analizzando la presenza di alterazioni del processo competitivo anche all’interno di settori strutturalmente polverizzati - tipicamente, in diversi rami dell’industria manifatturiera e agroalimentare italiana, nonché all’interno di alcuni settori fortemente regolamentati. In secondo luogo, lo studio rivela che in tali settori vi è un limitato ricircolo di iniziative imprenditoriali. Lo scarso turnover all’interno dei mercati rallenta il processo concorrenziale e contribuisce a spiegare l’esistenza di cartelli. I risultati offrono utili spunti di riflessione per gli studiosi e i policy-makers che si interessano di concorrenza e regolamentazione dei mercati. Tra le implicazioni pratiche, il contributo evidenzia la necessità di interventi di politica economica nei settori "dispersi". Tali interventi dovrebbero avere l’obiettivo di promuovere l’efficienza delle PMI anche attraverso processi di aggregazione. Inoltre, uno snellimento della regolamentazione che caratterizza alcuni ordini professionali potrebbe stimolare la concorrenza, statica e dinamica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/98666
URN:NBN:IT:UNIROMA1-98666