Il lavoro esamina le trasformazioni nei meccanismi di produzione e di trasmissione del sapere scientifico nella nuova cornice della società della conoscenza. Quello che è stato definito il passaggio da un'era "accademica" a un'era "post-accademica" della scienza (Ziman 1987) introduce un profondo mutamento sia epistemologico che pratico del mondo di fare scienza che implica il superamento dei confini disciplinari da un lato e l'apertura verso nuovi centri di produzione della conoscenza dall'altro. Analoghe trasformazioni si riscontrano anche sul versante della trasmissione della conoscenza scientifica sia in termini di insegnamento che di trasferimento della conoscenza agli ambienti produttivi. Da ultimo, la natura di "bene pubblico" che la conoscenza assume nella società contemporanea impone che venga posta l'attenzione anche sulla comunicazione esterna della scienza e sulle possibilità che il pubblico dei "non esperti" ha di accedere ed utilizzare le conoscenze scientifiche nell'esercizio dei propri diritti di cittadinanza. Il quadro teorico così delineato viene specificato all'interno del contesto universitario, assunto come campo di osservazione empirica dell'indagine. Da sempre istituzione egemonica nella produzione della conoscenza scientifica, l'università contemporanea è, infatti, sottoposta a diverse pressioni, dovendo raccogliere le sfide dell'era post-accademica pur continuando a offrire una base solida di ricerca e didattica. Le trasformazioni riguardanti la produzione, la trasmissione e la comunicazione della scienza, infatti, si ripercuotono sull'accademia ridefinendo le sue tradizionali "missions" – insegnamento e ricerca - a cui se ne aggiunge una terza – la "terza missione", appunto - che racchiude le diverse e complesse modalità di relazione con il mondo esterno. Tra i diversi attori coinvolti in questo sistema in trasformazione la figura dello scienziato accademico riveste un ruolo particolare in quanto, operando sia sul piano della produzione del sapere che su quello della sua trasmissione, dentro e fuori l'accademia, è chiamato a raccogliere le nuove sfide che la società impone all'università. La parte empirica di questo lavoro, prende le mosse da una serie di interviste in profondità a un gruppo di docenti della Sapienza, membri del Cerms (Centro di Ricerca in Metodologia delle Scienze) e afferenti a diversi settori scientifico-disciplinari, assunti come testimoni privilegiati di questi cambiamenti. Attraverso una traccia articolata in tre sezioni dedicate rispettivamente alla dimensione della ricerca, della didattica e della comunicazione della scienza si sono delineati i principali tratti del mutamento e il ruolo che l'università sta assumendo in questo nuovo scenario. Dal punto di vista metodologico, l'analisi delle interviste è stata svolta ricorrendo ad un approccio mixed che integra l'analisi lessicometrica e l'analisi ermeneutica dei testi, svolte con l'ausilio dei software TalTac2, SPAD e Atlas.ti. In particolare, l'analisi statistica dei frammenti ha consentito, in primo luogo, di far emergere delle prime dimensioni semantiche attraverso la prossimità delle parole presenti nei frammenti di testo analizzato, che hanno guidato la successiva fase ermeneutica di codifica dei contenuti. Questa, a sua volta, ha permesso di addentrarsi all'interno dei concetti espressi dagli intervistati, realizzando una convergenza tra i risultati dei due metodi. Infine, a partire dalle evidenze emerse, si è giunti alla formulazione di un modello interpretativo, rappresentato in una mappa concettuale, attraverso cui leggere le trasformazioni in atto all'interno dell'università sia in chiave epistemologia che in chiave empirica, alla luce del contesto socio-culturale della società della conoscenza in cui essa è inserita.
Scienza dentro e fuori: modelli di produzione e trasmissione del sapere scientifico nella società della conoscenza
PONTECORVO, MARIA ELENA
2012
Abstract
Il lavoro esamina le trasformazioni nei meccanismi di produzione e di trasmissione del sapere scientifico nella nuova cornice della società della conoscenza. Quello che è stato definito il passaggio da un'era "accademica" a un'era "post-accademica" della scienza (Ziman 1987) introduce un profondo mutamento sia epistemologico che pratico del mondo di fare scienza che implica il superamento dei confini disciplinari da un lato e l'apertura verso nuovi centri di produzione della conoscenza dall'altro. Analoghe trasformazioni si riscontrano anche sul versante della trasmissione della conoscenza scientifica sia in termini di insegnamento che di trasferimento della conoscenza agli ambienti produttivi. Da ultimo, la natura di "bene pubblico" che la conoscenza assume nella società contemporanea impone che venga posta l'attenzione anche sulla comunicazione esterna della scienza e sulle possibilità che il pubblico dei "non esperti" ha di accedere ed utilizzare le conoscenze scientifiche nell'esercizio dei propri diritti di cittadinanza. Il quadro teorico così delineato viene specificato all'interno del contesto universitario, assunto come campo di osservazione empirica dell'indagine. Da sempre istituzione egemonica nella produzione della conoscenza scientifica, l'università contemporanea è, infatti, sottoposta a diverse pressioni, dovendo raccogliere le sfide dell'era post-accademica pur continuando a offrire una base solida di ricerca e didattica. Le trasformazioni riguardanti la produzione, la trasmissione e la comunicazione della scienza, infatti, si ripercuotono sull'accademia ridefinendo le sue tradizionali "missions" – insegnamento e ricerca - a cui se ne aggiunge una terza – la "terza missione", appunto - che racchiude le diverse e complesse modalità di relazione con il mondo esterno. Tra i diversi attori coinvolti in questo sistema in trasformazione la figura dello scienziato accademico riveste un ruolo particolare in quanto, operando sia sul piano della produzione del sapere che su quello della sua trasmissione, dentro e fuori l'accademia, è chiamato a raccogliere le nuove sfide che la società impone all'università. La parte empirica di questo lavoro, prende le mosse da una serie di interviste in profondità a un gruppo di docenti della Sapienza, membri del Cerms (Centro di Ricerca in Metodologia delle Scienze) e afferenti a diversi settori scientifico-disciplinari, assunti come testimoni privilegiati di questi cambiamenti. Attraverso una traccia articolata in tre sezioni dedicate rispettivamente alla dimensione della ricerca, della didattica e della comunicazione della scienza si sono delineati i principali tratti del mutamento e il ruolo che l'università sta assumendo in questo nuovo scenario. Dal punto di vista metodologico, l'analisi delle interviste è stata svolta ricorrendo ad un approccio mixed che integra l'analisi lessicometrica e l'analisi ermeneutica dei testi, svolte con l'ausilio dei software TalTac2, SPAD e Atlas.ti. In particolare, l'analisi statistica dei frammenti ha consentito, in primo luogo, di far emergere delle prime dimensioni semantiche attraverso la prossimità delle parole presenti nei frammenti di testo analizzato, che hanno guidato la successiva fase ermeneutica di codifica dei contenuti. Questa, a sua volta, ha permesso di addentrarsi all'interno dei concetti espressi dagli intervistati, realizzando una convergenza tra i risultati dei due metodi. Infine, a partire dalle evidenze emerse, si è giunti alla formulazione di un modello interpretativo, rappresentato in una mappa concettuale, attraverso cui leggere le trasformazioni in atto all'interno dell'università sia in chiave epistemologia che in chiave empirica, alla luce del contesto socio-culturale della società della conoscenza in cui essa è inserita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/99196
URN:NBN:IT:UNIROMA1-99196