Il lavoro di ricerca propone una riflessione sull’opera degli architetti V. Monaco e A. Luccichenti, protagonisti della cultura architettonica italiana tra gli anni 30’ e il dopoguerra e prolifici attori di ciò che è stato il transito di Roma attraverso il Movimento Moderno. Lo sguardo è rivolto verso i temi che hanno alimentanto la loro ricerca sul linguaggio, portandola ad un grado di universalità che esula da concetti quali la tipologia edilizia, la morfologia urbana o qualsivoglia campo tematico di carattere funzionalista, individuando, soprattutto nei progetti di concorso della prima fase della loro carriera e nelle esperienze progettuali più effimere, i tratti autentici di una sperimentazione libera e audace. La prima parte della dissertazione si occupa delle condizioni al contorno, fondamentali per delineare un profilo all’interno del contesto storico-culturale, che vede i due architetti operare nel fervore della stagione del Moderno italiano. La seconda parte del lavoro vuole essere l’occasione per costruire un codice linguistico attorno all’opera degli architetti, nell’ottica di definire quelli che sono i campi d’azione e di conseguenza lo spazio di manipolazione. Un’operazione che prefigura quindi una scomposizione analitica del progetto per individuarne i caratteri evidenti, ma soprattutto per restituire un cifrario con il quale proiettare l’opera nel panorama contemporaneo. Nel costruire questo apparato linguistico risulta necessario individuare alcune formule di lettura, che attraverso lo strumento del ridisegno, riescano a prelevare dall’opera i suoi elementi costitutivi, per coglierne la matrice compositiva e l’ordine con il quale si giustappongono. L’indagine assimila quindi alcuni concetti di carattere teorico-dimostrativo, attraverso i quali identificare gli aspetti caratterizzanti dell’opera; i temi individuati fanno muovere il lavoro di Monaco e Luccichenti su diversi livelli di studio: dalla tipologia edilizia all’astrazione della forma architettonica, il linguaggio nella sua capacità di deformarsi e alterarsi fino allo studio delle configurazioni urbane, infine il dispositivo e il congegno quali figure in grado di condensare una serie di ragionamenti sul piano compositivo. Nella terza parte l’indagine conoscitiva sul linguaggio viene messa alla prova da una serie di letture analitiche su alcune opere selezionate; attraverso lo strumento del ridisegno interpretativo l’opera viene sezionata nella sua struttura compositiva, in una logica di smembramento e riassemblaggio che confluisce in un esercizio dal carattere sperimentale, dove il problema è misurato attraverso la manipolazione del corpo architettonico e dei suoi elementi costitutivi.
Il virtuosismo italiano. L'opera degli architetti V. Monaco e A. Luccichenti
PARISELLA, ANDREA
2023
Abstract
Il lavoro di ricerca propone una riflessione sull’opera degli architetti V. Monaco e A. Luccichenti, protagonisti della cultura architettonica italiana tra gli anni 30’ e il dopoguerra e prolifici attori di ciò che è stato il transito di Roma attraverso il Movimento Moderno. Lo sguardo è rivolto verso i temi che hanno alimentanto la loro ricerca sul linguaggio, portandola ad un grado di universalità che esula da concetti quali la tipologia edilizia, la morfologia urbana o qualsivoglia campo tematico di carattere funzionalista, individuando, soprattutto nei progetti di concorso della prima fase della loro carriera e nelle esperienze progettuali più effimere, i tratti autentici di una sperimentazione libera e audace. La prima parte della dissertazione si occupa delle condizioni al contorno, fondamentali per delineare un profilo all’interno del contesto storico-culturale, che vede i due architetti operare nel fervore della stagione del Moderno italiano. La seconda parte del lavoro vuole essere l’occasione per costruire un codice linguistico attorno all’opera degli architetti, nell’ottica di definire quelli che sono i campi d’azione e di conseguenza lo spazio di manipolazione. Un’operazione che prefigura quindi una scomposizione analitica del progetto per individuarne i caratteri evidenti, ma soprattutto per restituire un cifrario con il quale proiettare l’opera nel panorama contemporaneo. Nel costruire questo apparato linguistico risulta necessario individuare alcune formule di lettura, che attraverso lo strumento del ridisegno, riescano a prelevare dall’opera i suoi elementi costitutivi, per coglierne la matrice compositiva e l’ordine con il quale si giustappongono. L’indagine assimila quindi alcuni concetti di carattere teorico-dimostrativo, attraverso i quali identificare gli aspetti caratterizzanti dell’opera; i temi individuati fanno muovere il lavoro di Monaco e Luccichenti su diversi livelli di studio: dalla tipologia edilizia all’astrazione della forma architettonica, il linguaggio nella sua capacità di deformarsi e alterarsi fino allo studio delle configurazioni urbane, infine il dispositivo e il congegno quali figure in grado di condensare una serie di ragionamenti sul piano compositivo. Nella terza parte l’indagine conoscitiva sul linguaggio viene messa alla prova da una serie di letture analitiche su alcune opere selezionate; attraverso lo strumento del ridisegno interpretativo l’opera viene sezionata nella sua struttura compositiva, in una logica di smembramento e riassemblaggio che confluisce in un esercizio dal carattere sperimentale, dove il problema è misurato attraverso la manipolazione del corpo architettonico e dei suoi elementi costitutivi.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/99626
URN:NBN:IT:UNIROMA1-99626