Il processo di trasformazione dei materiali dovuto all’azione del tempo - material aging- è culturalmente ritenuto un fattore indesiderato e nocivo, in particolare quando comporta l’alterazione delle caratteristiche estetiche ed incide sull’integrità della materia. Dalle recenti ricerche sul tema nel campo della semiotica, antropologia, restauro dei beni culturali, oltre che del design, emerge come in realtà il processo di invecchiamento dei materiali possa costituire uno strumento per il design nella misura in cui i segni del “tempo” si fanno veicolo di significati, interloquendo con i fruitori e apportando un rinnovato valore semantico ai materiali. La ricerca proposta intende definire le potenzialità dei processi naturali di biodeterioramento di costituirsi come uno strumento per la progettazione e la realizzazione di Materiali Open-ended, ossia materiali ibridi realizzati in collaborazione con gli organismi viventi responsabili del processo di biodegrado. Tale ibridazione con la componente vivente gli conferisce a questa nuova categoria di Materiali, la capacità di modificare la propria conformazione superficiale a seconda dei singoli contesti d’uso o dei processi di produzione. La ricerca è strutturata in due parti, che rispettivamente riportano i risultati dell’attività di ricerca di tipo teorico e di tipo sperimentale. Il focus della costruzione dell’apparato teorico è stata l’ individuazione degli elementi chiave da poter implementare per innescare un percorso di rivalutazione dei processi di biodeterioramento. Attraverso lo studio del tema e attingendo alle teorie della Users e Material Experience, nonché alle altre discipline che si sono confrontate con il tema, si intende fornire una rilettura del fenomeno dell’invecchiamento dei Materiali, da un punto di vista culturale e progettuale . La prima parte si conclude nel capitolo 4 con la definizione dei Materiali e Produzioni Open-ended, nonché con l’illustrazione delle potenzialità dei processi di biodeterioramento dal punto di vista estetico, narrativo e funzionale. La seconda parte intende fornire indicazioni sulle modalità di progettazione e realizzazione dei materiali e produzioni Open-ended, definendo il nuovo contesto progettuale in cui si inseriscono e fornendo delle Linee Guida per il Design che approccia alla progettazione in collaborazione con gli organismi viventi. L’attività sperimentale, svolta negli spazi del laboratorio di Biotecnologie “Charles Darwin” di Sapienza, e del centro di Ricerca e Servizi Saperi&co, ha validato le Linee Guida individuate attraverso l’applicazione di un processo di Invecchiamento ad opera di un batterio produttore di pigmenti. I risultati ottenuti mostrano le potenzialità dell’applicazione del processo nel settore tessile, in sostituzione dei tradizionali metodi di tintura sintetica. In termini più ampi la ricerca vuole fornire un contributo sul tema della sostenibilità di processi e materiali; dopo la fase di esaltazione delle plastiche negli anni 60, dopo la parabola dei materiali iperfunzionali con apice negli anni 80, la ricerca contemporanea nel campo dei materiali per il progetto sperimenta nuovi paradigmi materici e produttivi basati sul ritorno all’utilizzo di risorse naturali. Col mutare dei processi mutano però anche le performance dei materiali, che aprono a scenari inediti di fruizione, di percezione e di linguaggi, anche desueti, che rendono necessario un ripensamento di alcuni aspetti legati non solo alla progettazione ma anche a pattern di consumo ormai radicati nella società.

Materiali open-ended. La dimensione temporale dei materiali come strumento di progettazione per il design

DEL GESSO, CHIARA
2022

Abstract

Il processo di trasformazione dei materiali dovuto all’azione del tempo - material aging- è culturalmente ritenuto un fattore indesiderato e nocivo, in particolare quando comporta l’alterazione delle caratteristiche estetiche ed incide sull’integrità della materia. Dalle recenti ricerche sul tema nel campo della semiotica, antropologia, restauro dei beni culturali, oltre che del design, emerge come in realtà il processo di invecchiamento dei materiali possa costituire uno strumento per il design nella misura in cui i segni del “tempo” si fanno veicolo di significati, interloquendo con i fruitori e apportando un rinnovato valore semantico ai materiali. La ricerca proposta intende definire le potenzialità dei processi naturali di biodeterioramento di costituirsi come uno strumento per la progettazione e la realizzazione di Materiali Open-ended, ossia materiali ibridi realizzati in collaborazione con gli organismi viventi responsabili del processo di biodegrado. Tale ibridazione con la componente vivente gli conferisce a questa nuova categoria di Materiali, la capacità di modificare la propria conformazione superficiale a seconda dei singoli contesti d’uso o dei processi di produzione. La ricerca è strutturata in due parti, che rispettivamente riportano i risultati dell’attività di ricerca di tipo teorico e di tipo sperimentale. Il focus della costruzione dell’apparato teorico è stata l’ individuazione degli elementi chiave da poter implementare per innescare un percorso di rivalutazione dei processi di biodeterioramento. Attraverso lo studio del tema e attingendo alle teorie della Users e Material Experience, nonché alle altre discipline che si sono confrontate con il tema, si intende fornire una rilettura del fenomeno dell’invecchiamento dei Materiali, da un punto di vista culturale e progettuale . La prima parte si conclude nel capitolo 4 con la definizione dei Materiali e Produzioni Open-ended, nonché con l’illustrazione delle potenzialità dei processi di biodeterioramento dal punto di vista estetico, narrativo e funzionale. La seconda parte intende fornire indicazioni sulle modalità di progettazione e realizzazione dei materiali e produzioni Open-ended, definendo il nuovo contesto progettuale in cui si inseriscono e fornendo delle Linee Guida per il Design che approccia alla progettazione in collaborazione con gli organismi viventi. L’attività sperimentale, svolta negli spazi del laboratorio di Biotecnologie “Charles Darwin” di Sapienza, e del centro di Ricerca e Servizi Saperi&co, ha validato le Linee Guida individuate attraverso l’applicazione di un processo di Invecchiamento ad opera di un batterio produttore di pigmenti. I risultati ottenuti mostrano le potenzialità dell’applicazione del processo nel settore tessile, in sostituzione dei tradizionali metodi di tintura sintetica. In termini più ampi la ricerca vuole fornire un contributo sul tema della sostenibilità di processi e materiali; dopo la fase di esaltazione delle plastiche negli anni 60, dopo la parabola dei materiali iperfunzionali con apice negli anni 80, la ricerca contemporanea nel campo dei materiali per il progetto sperimenta nuovi paradigmi materici e produttivi basati sul ritorno all’utilizzo di risorse naturali. Col mutare dei processi mutano però anche le performance dei materiali, che aprono a scenari inediti di fruizione, di percezione e di linguaggi, anche desueti, che rendono necessario un ripensamento di alcuni aspetti legati non solo alla progettazione ma anche a pattern di consumo ormai radicati nella società.
26-lug-2022
Italiano
Materials aging; biodesign; sustainable aesthetic
LUCIBELLO, Sabrina
TUCCI, Fabrizio
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/99715
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-99715