La rigenerazione muscolare è un processo complesso che coinvolge diversi tipi cellulari, sia miogenici sia non miogenici. In particolare, i macrofagi ricoprono un ruolo fondamentale, svolgendo diverse funzioni: fagocitano i detriti cellulari, rilasciano citochine che regolano la risposta infiammatoria e stimolano le cellule satelliti attraverso la secrezione di fattori miogenici. I processi infiammatori mediati dai macrofagi hanno un ruolo fondamentale nella patofisiologia di molte distrofie muscolari ereditarie, come la Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD). Esistono due classi di macrofagi attivati: i macrofagi M1, che hanno un effetto pro-infiammatorio, e i macrofagi M2, che hanno un’azione anti-infiammatoria. L’esatto effetto di questi due tipi di macrofagi sulle cellule miogeniche è ancora oggetto di dibattito, sebbene tutti gli Autori concordino nell’affermare che se un certo tipo ha un’azione pro-proliferativa sulle cellule, non avrà anche un effetto pro-differenziativo sulle stesse e viceversa. Per studiare l’effetto dei fattori rilasciati dai macrofagi sulle cellule miogeniche, abbiamo utilizzato la linea cellulare di macrofagi murini J774, per ottenere un medium condizionato da macrofagi privo di siero, chiamato murine Macrophage Conditioned Medium (mMCM). In lavori precedenti abbiamo dimostrato che mMCM può aumentare la proliferazione e impedire il trans-differenziamento di cellule satelliti di ratto, nonché di mioblasti umani, sia di individui sani che di pazienti distrofici. Può inoltre migliorare grandemente la rigenerazione in muscoli che hanno subito grosse rimozioni chirurgiche di massa. Tutte queste caratteristiche potrebbero essere molto utili nel trattamento clinico di patologie muscolari sia traumatiche sia ereditarie e stiamo quindi cercando di chiarire quale sia il meccanismo (o i meccanismi) di azione del mMCM. Per far ciò, abbiamo deciso di utilizzare il modello murino in vitro e in vivo, sia selvatico (wild type, wt), sia distrofico (mdx). In questo lavoro, abbiamo confermato l’effetto pro-proliferativo del mMCM sulle cellule satelliti di topo, sia wt che mdx: mMCM ha ridotto significativamente il loro tempo di duplicazione medio rispettivamente da 90 a 48 ore e da 100 a 20 ore. Tali risultati sono stati anche confermati con cellule satelliti wt isolate tramite FACS (tempo di duplicazione ridotto da 45 a 31 ore), indicando che gli effetti visti sulle cellule non sono limitati ad una specifica subpopolazione di cellule satelliti. Allo stesso tempo, mMCM non solo non ha inibito il processo di differenziamento delle cellule, ma in alcuni casi è anche sembrato che lo migliorasse. Abbiamo anche studiato l’effetto del mMCM sulla proliferazione di fibroblasti primari, sia wt che mdx, trovando che mMCM ha un significativo effetto anti- proliferativo sui fibroblasti distrofici, mentre non ha effetto sui wt. Abbiamo poi condotto alcuni esperimenti in vivo per capire l’effetto del mMCM sul trapianto di cellule satelliti in muscolo distrofico, usando satelliti GFP+, e abbiamo dimostrato che se il muscolo ricevente viene trattato con mMCM, il numero di fibre GFP-positive è più alto dei controlli. Gli esperimenti condotti in vivo su muscoli wt intatti hanno mostrato che mMCM da solo non stimola una risposta infiammatoria, mentre la somministrazione di mMCM in muscoli danneggiati chimicamente ha diminuito l’espressione di vari marcatori macrofagici, sia M1 che M2, indicando che mMCM può interferire con il processo infiammatorio, apparentemente riducendo il numero totale di macrofagi. Per indagare più approfonditamente sulle possibili interazioni fra mMCM e i macrofagi attivati, abbiamo poi investigato gli effetti del mMCM sulla polarizzazione di macrofagi. Abbiamo dunque usato un modello in cui monociti umani ottenuti dal sangue sono differenziati in macrofagi e poi stimolati con citochime per acquisire un fenotipo M1 o M2. Abbiamo poi studiato gli effetti del mMCM sui macrofagi già polarizzati o ancora vergini. Queste analisi hanno mostrato che mMCM da solo non può influenzare la polarizzazione dei macrofagi, ma che quando è in combinazione con stimoli polarizzanti, sembra spingere verso il fenotipo M1. Infine, abbiamo iniziato l’analisi della composizione del mMCM. mMCM contiene diverse citochine, alcune pro- e altre anti-infiammatorie. Stiamo inoltre iniziando l’analisi con la spettrometria di massa sul mMCM e i risultati preliminari hanno identificato alcune proteine interessanti. mMCM contiene inoltre anche exosomi, il cui contenuto è ancora oggetto di analisi. I nostri dati confermano il potenziale del mMCM come strumento terapeutico per le patologie muscolari, ma evidenziano anche il bisogno di migliorare le nostre conoscenze sulle complesse interazioni fra macrofagi e ambiente muscolare

Role of macrophagic factors in muscle regeneration: in vitro and in vivo characterization

GALLETTA, EVA
2013

Abstract

La rigenerazione muscolare è un processo complesso che coinvolge diversi tipi cellulari, sia miogenici sia non miogenici. In particolare, i macrofagi ricoprono un ruolo fondamentale, svolgendo diverse funzioni: fagocitano i detriti cellulari, rilasciano citochine che regolano la risposta infiammatoria e stimolano le cellule satelliti attraverso la secrezione di fattori miogenici. I processi infiammatori mediati dai macrofagi hanno un ruolo fondamentale nella patofisiologia di molte distrofie muscolari ereditarie, come la Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD). Esistono due classi di macrofagi attivati: i macrofagi M1, che hanno un effetto pro-infiammatorio, e i macrofagi M2, che hanno un’azione anti-infiammatoria. L’esatto effetto di questi due tipi di macrofagi sulle cellule miogeniche è ancora oggetto di dibattito, sebbene tutti gli Autori concordino nell’affermare che se un certo tipo ha un’azione pro-proliferativa sulle cellule, non avrà anche un effetto pro-differenziativo sulle stesse e viceversa. Per studiare l’effetto dei fattori rilasciati dai macrofagi sulle cellule miogeniche, abbiamo utilizzato la linea cellulare di macrofagi murini J774, per ottenere un medium condizionato da macrofagi privo di siero, chiamato murine Macrophage Conditioned Medium (mMCM). In lavori precedenti abbiamo dimostrato che mMCM può aumentare la proliferazione e impedire il trans-differenziamento di cellule satelliti di ratto, nonché di mioblasti umani, sia di individui sani che di pazienti distrofici. Può inoltre migliorare grandemente la rigenerazione in muscoli che hanno subito grosse rimozioni chirurgiche di massa. Tutte queste caratteristiche potrebbero essere molto utili nel trattamento clinico di patologie muscolari sia traumatiche sia ereditarie e stiamo quindi cercando di chiarire quale sia il meccanismo (o i meccanismi) di azione del mMCM. Per far ciò, abbiamo deciso di utilizzare il modello murino in vitro e in vivo, sia selvatico (wild type, wt), sia distrofico (mdx). In questo lavoro, abbiamo confermato l’effetto pro-proliferativo del mMCM sulle cellule satelliti di topo, sia wt che mdx: mMCM ha ridotto significativamente il loro tempo di duplicazione medio rispettivamente da 90 a 48 ore e da 100 a 20 ore. Tali risultati sono stati anche confermati con cellule satelliti wt isolate tramite FACS (tempo di duplicazione ridotto da 45 a 31 ore), indicando che gli effetti visti sulle cellule non sono limitati ad una specifica subpopolazione di cellule satelliti. Allo stesso tempo, mMCM non solo non ha inibito il processo di differenziamento delle cellule, ma in alcuni casi è anche sembrato che lo migliorasse. Abbiamo anche studiato l’effetto del mMCM sulla proliferazione di fibroblasti primari, sia wt che mdx, trovando che mMCM ha un significativo effetto anti- proliferativo sui fibroblasti distrofici, mentre non ha effetto sui wt. Abbiamo poi condotto alcuni esperimenti in vivo per capire l’effetto del mMCM sul trapianto di cellule satelliti in muscolo distrofico, usando satelliti GFP+, e abbiamo dimostrato che se il muscolo ricevente viene trattato con mMCM, il numero di fibre GFP-positive è più alto dei controlli. Gli esperimenti condotti in vivo su muscoli wt intatti hanno mostrato che mMCM da solo non stimola una risposta infiammatoria, mentre la somministrazione di mMCM in muscoli danneggiati chimicamente ha diminuito l’espressione di vari marcatori macrofagici, sia M1 che M2, indicando che mMCM può interferire con il processo infiammatorio, apparentemente riducendo il numero totale di macrofagi. Per indagare più approfonditamente sulle possibili interazioni fra mMCM e i macrofagi attivati, abbiamo poi investigato gli effetti del mMCM sulla polarizzazione di macrofagi. Abbiamo dunque usato un modello in cui monociti umani ottenuti dal sangue sono differenziati in macrofagi e poi stimolati con citochime per acquisire un fenotipo M1 o M2. Abbiamo poi studiato gli effetti del mMCM sui macrofagi già polarizzati o ancora vergini. Queste analisi hanno mostrato che mMCM da solo non può influenzare la polarizzazione dei macrofagi, ma che quando è in combinazione con stimoli polarizzanti, sembra spingere verso il fenotipo M1. Infine, abbiamo iniziato l’analisi della composizione del mMCM. mMCM contiene diverse citochine, alcune pro- e altre anti-infiammatorie. Stiamo inoltre iniziando l’analisi con la spettrometria di massa sul mMCM e i risultati preliminari hanno identificato alcune proteine interessanti. mMCM contiene inoltre anche exosomi, il cui contenuto è ancora oggetto di analisi. I nostri dati confermano il potenziale del mMCM come strumento terapeutico per le patologie muscolari, ma evidenziano anche il bisogno di migliorare le nostre conoscenze sulle complesse interazioni fra macrofagi e ambiente muscolare
2013
Inglese
rigenerazione muscolare, cellule satelliti, muscolo, macrofagi muscle regeneration, satellite cells, muscle, macrophages
ZANOTTI, GIUSEPPE
Università degli studi di Padova
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
galletta_eva_tesi.pdf

accesso aperto

Dimensione 20.11 MB
Formato Adobe PDF
20.11 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/118212
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-118212