Tra le strategie per la riduzione del pregiudizio e il miglioramento dei rapporti intergruppi, l’assunzione della prospettiva dell’altro sembra essere una delle più promettenti. Tuttavia, la natura dei meccanismi coinvolti è ancora piuttosto controversa (si veda Batson & Ahamad, 2009 e Galinsky, Ku & Wang, 2005). L’obiettivo del presente lavoro è quello di fornire una visione integrata di come l’assunzione di prospettiva possa promuovere risposte prosociali nei confronti degli altri stigmatizzati, esaminando contemporaneamente il ruolo di mediazione dell’empatia, della fusione sé-altro (oneness) e della percezione di somiglianze. Sono stati condotti quattro studi sperimentali nel contesto delle relazioni interetniche in Italia. Nei primi tre studi, l’assunzione di prospettiva è stata manipolata attraverso istruzioni scritte, mentre nel quarto studio sono stati manipolati due mediatori chiave attraverso la manipolazione del focus attentivo su emozioni vs. somiglianze. Per tutti gli studi, i processi di mediazione sono stati analizzati adottando l’approccio dei modelli di equazione strutturale. I risultati mostrano che le partecipanti istruite ad assumere la prospettiva di una ragazza marocchina, che raccontava le sue difficoltà legate all’essere immigrata, successivamente esprimevano un atteggiamento più favorevole sia nei suoi confronti (Studi 1-3) che del suo gruppo di appartenenza (Studi 2 e 3), ad essere più disponibili ad aiutarla (Studio 3) e a sostenere politiche prosociali a favore degli immigrati Nordafricani in generale (Studi 1-3). Le analisi di mediazione indicano che gli effetti dell’assunzione di prospettiva sugli atteggiamenti erano mediati principalmente dai sentimenti di preoccupazione empatica per il target, mentre gli effetti indiretti sull’adozione di politiche prosociali passavano attraverso i sentimenti di ingiustizia (Studi 1-2). È da notare che, anche se l’assunzione di prospettiva era associata ad un aumento della tristezza e del distress esperiti, questi due stati affettivi aversivi non erano in grado di spiegarne gli effetti sulle risposte prosociali (Studio 2). Nel terzo studio, l’assunzione di prospettiva era associata anzitutto con un incremento delle reazioni emotive, le quali a loro volta portavano ad un maggiore senso di fusione tra sé e l’altro, che, infine, prediceva atteggiamenti più positivi e comportamenti prosociali. Invece, la ridotta discrepanza delle rappresentazioni cognitive di sé e del target, pur essendo associata all’assunzione di prospettiva e alla preoccupazione empatica, non era un mediatore significativo. Quindi, sembra che la percezione di unione con l’altro riflettesse un interesse per il suo benessere e un senso di interconnessione, più che una vera e propria fusione delle identità. Infatti, a sostegno di quest’interpretazione, i risultati dello Studio 4 hanno evidenziato come fossero la preoccupazione empatica per l’altro e l’interesse per il suo benessere a predire i diversi tipi di risposte sociali, mentre la percezione di fusione basata sulla somiglianza interpersonale non spiegava tali risposte.

The interplay of empathy, oneness and perceived similarity in mediating the effects of perspective taking on prosocial responses

PAGOTTO, LISA
2010

Abstract

Tra le strategie per la riduzione del pregiudizio e il miglioramento dei rapporti intergruppi, l’assunzione della prospettiva dell’altro sembra essere una delle più promettenti. Tuttavia, la natura dei meccanismi coinvolti è ancora piuttosto controversa (si veda Batson & Ahamad, 2009 e Galinsky, Ku & Wang, 2005). L’obiettivo del presente lavoro è quello di fornire una visione integrata di come l’assunzione di prospettiva possa promuovere risposte prosociali nei confronti degli altri stigmatizzati, esaminando contemporaneamente il ruolo di mediazione dell’empatia, della fusione sé-altro (oneness) e della percezione di somiglianze. Sono stati condotti quattro studi sperimentali nel contesto delle relazioni interetniche in Italia. Nei primi tre studi, l’assunzione di prospettiva è stata manipolata attraverso istruzioni scritte, mentre nel quarto studio sono stati manipolati due mediatori chiave attraverso la manipolazione del focus attentivo su emozioni vs. somiglianze. Per tutti gli studi, i processi di mediazione sono stati analizzati adottando l’approccio dei modelli di equazione strutturale. I risultati mostrano che le partecipanti istruite ad assumere la prospettiva di una ragazza marocchina, che raccontava le sue difficoltà legate all’essere immigrata, successivamente esprimevano un atteggiamento più favorevole sia nei suoi confronti (Studi 1-3) che del suo gruppo di appartenenza (Studi 2 e 3), ad essere più disponibili ad aiutarla (Studio 3) e a sostenere politiche prosociali a favore degli immigrati Nordafricani in generale (Studi 1-3). Le analisi di mediazione indicano che gli effetti dell’assunzione di prospettiva sugli atteggiamenti erano mediati principalmente dai sentimenti di preoccupazione empatica per il target, mentre gli effetti indiretti sull’adozione di politiche prosociali passavano attraverso i sentimenti di ingiustizia (Studi 1-2). È da notare che, anche se l’assunzione di prospettiva era associata ad un aumento della tristezza e del distress esperiti, questi due stati affettivi aversivi non erano in grado di spiegarne gli effetti sulle risposte prosociali (Studio 2). Nel terzo studio, l’assunzione di prospettiva era associata anzitutto con un incremento delle reazioni emotive, le quali a loro volta portavano ad un maggiore senso di fusione tra sé e l’altro, che, infine, prediceva atteggiamenti più positivi e comportamenti prosociali. Invece, la ridotta discrepanza delle rappresentazioni cognitive di sé e del target, pur essendo associata all’assunzione di prospettiva e alla preoccupazione empatica, non era un mediatore significativo. Quindi, sembra che la percezione di unione con l’altro riflettesse un interesse per il suo benessere e un senso di interconnessione, più che una vera e propria fusione delle identità. Infatti, a sostegno di quest’interpretazione, i risultati dello Studio 4 hanno evidenziato come fossero la preoccupazione empatica per l’altro e l’interesse per il suo benessere a predire i diversi tipi di risposte sociali, mentre la percezione di fusione basata sulla somiglianza interpersonale non spiegava tali risposte.
31-gen-2010
Inglese
perspective-taking, empathy, oneness, prosocial responses
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/173077
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-173077