LE MURA "SERVIANE": PROBLEMI DI STORIA, CONSERVAZIONE E RESTAURO - arch. Marta Dante Lo studio condotto intende considerare, a partire da un approccio di stampo interdisciplinare tra l’archeologia, l’architettura e il restauro, la questione delle mura arcaiche di Roma, cosiddette “serviane”, per provare a darne una lettura unitaria -pur nella molteplicità e particolarità delle forme dei resti- utile alla comprensione, conservazione e valorizzazione del monumento. Gli avanzi di tratti del circuito murario, più o meno estesi, in materiali e tecniche costruttive diversi e in stati conservativi molto variegati sono disseminati, in una frammentazione che ne rende illeggibile lo sviluppo complessivo, nel tessuto della città odierna. Ai brevi cenni sulla storiografia sulle mura che le fonti fanno risalire a Servio Tullio (VI sec a. C.), la scuola ipercritica ottocentesca attribuisce all’epoca repubblicana (IV sec a. C.) e che oggi sono identificate in resti archeologici di vari materiali (tufo grigio granulare, tufo giallo della Via Tiberina – c.d. di Grotta Oscura, tufo lionato) e tecniche costruttive (opus quadratum e opus caementicium con rivestimento in opus quadratum) appartenenti a differenti fasi evolutive del circuito, si affianca un’ipotetica ricostruzione del tracciato topografico, frutto del censimento completo di tutti i tratti di cui si abbia una conoscenza documentata anche se demoliti (un centinaio di voci) e la ricognizione dei resti attuali relativi alle singole unità morfologiche (circa trenta). Per due siti (l’area di Termini e quella di Piazza Albania), particolarmente esemplificativi delle problematiche riguardanti le mura serviane, si analizzano il sistema difensivo, le tecniche costruttive, lo stato del degrado, i pregressi interventi di restauro e si ipotizzano le linee di intervento conservativo con particolare riguardo alla valutazione del rischio ambientale, al restauro dei materiali tufacei. La lettura del rapporto col contesto architettonico e urbano suggerisce, infine, lo studio di una strategia di intervento complessivo -a partire dall’ipotesi di un aggiornato sistema comunicativo- che permetta la valorizzazione dell’insieme murario serviano oggi sostanzialmente invisibile nella città ma degno di un’attenzione particolare per il valore storico-documentale che racchiude. Il lavoro tenta un approccio di sintesi, inquadrando problemi vasti e complessi, senza affermare certezze e visioni ‘conclusive’: nell’ambito di una dinamica ricca di varie competenze e di molteplici discipline, si delinea una direzione di ricerca, certamente aperta ad ulteriori e dovuti approfondimenti, interessante contributo alla conoscenza dell’odierna consistenza di un monumento di rara importanza testimoniale dell’epoca arcaica e repubblicana della città di Roma (valore amplificato dalla condizione di sostanziale abbandono dei resti che può comprometterne la stessa sopravvivenza) e di possibili percorsi per la sua conservazione e valorizzazione.
Le mura "serviane" di Roma: questioni di storia, conservazione e restauro
DANTE, MARTA
2013
Abstract
LE MURA "SERVIANE": PROBLEMI DI STORIA, CONSERVAZIONE E RESTAURO - arch. Marta Dante Lo studio condotto intende considerare, a partire da un approccio di stampo interdisciplinare tra l’archeologia, l’architettura e il restauro, la questione delle mura arcaiche di Roma, cosiddette “serviane”, per provare a darne una lettura unitaria -pur nella molteplicità e particolarità delle forme dei resti- utile alla comprensione, conservazione e valorizzazione del monumento. Gli avanzi di tratti del circuito murario, più o meno estesi, in materiali e tecniche costruttive diversi e in stati conservativi molto variegati sono disseminati, in una frammentazione che ne rende illeggibile lo sviluppo complessivo, nel tessuto della città odierna. Ai brevi cenni sulla storiografia sulle mura che le fonti fanno risalire a Servio Tullio (VI sec a. C.), la scuola ipercritica ottocentesca attribuisce all’epoca repubblicana (IV sec a. C.) e che oggi sono identificate in resti archeologici di vari materiali (tufo grigio granulare, tufo giallo della Via Tiberina – c.d. di Grotta Oscura, tufo lionato) e tecniche costruttive (opus quadratum e opus caementicium con rivestimento in opus quadratum) appartenenti a differenti fasi evolutive del circuito, si affianca un’ipotetica ricostruzione del tracciato topografico, frutto del censimento completo di tutti i tratti di cui si abbia una conoscenza documentata anche se demoliti (un centinaio di voci) e la ricognizione dei resti attuali relativi alle singole unità morfologiche (circa trenta). Per due siti (l’area di Termini e quella di Piazza Albania), particolarmente esemplificativi delle problematiche riguardanti le mura serviane, si analizzano il sistema difensivo, le tecniche costruttive, lo stato del degrado, i pregressi interventi di restauro e si ipotizzano le linee di intervento conservativo con particolare riguardo alla valutazione del rischio ambientale, al restauro dei materiali tufacei. La lettura del rapporto col contesto architettonico e urbano suggerisce, infine, lo studio di una strategia di intervento complessivo -a partire dall’ipotesi di un aggiornato sistema comunicativo- che permetta la valorizzazione dell’insieme murario serviano oggi sostanzialmente invisibile nella città ma degno di un’attenzione particolare per il valore storico-documentale che racchiude. Il lavoro tenta un approccio di sintesi, inquadrando problemi vasti e complessi, senza affermare certezze e visioni ‘conclusive’: nell’ambito di una dinamica ricca di varie competenze e di molteplici discipline, si delinea una direzione di ricerca, certamente aperta ad ulteriori e dovuti approfondimenti, interessante contributo alla conoscenza dell’odierna consistenza di un monumento di rara importanza testimoniale dell’epoca arcaica e repubblicana della città di Roma (valore amplificato dalla condizione di sostanziale abbandono dei resti che può comprometterne la stessa sopravvivenza) e di possibili percorsi per la sua conservazione e valorizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/179346
URN:NBN:IT:UNIROMA1-179346