Secondo l’ipotesi del contatto, incontri positivi con membri di un gruppo estraneo riducono il pregiudizio verso l’intero gruppo (Allport, 1954). La ricerca ha ampiamente dimostrato l’efficacia del contatto nel migliorare le relazioni intergruppi in una grande varietà di situazioni e contesti culturali (Brown & Hewstone, 2005; Pettigrew & Tropp, 2006); ha inoltre dimostrato che il contatto positivo non solo migliora gli atteggiamenti espliciti verso i gruppi esterni, ma riduce anche forme più sottili e implicite di pregiudizio. Recenti sviluppi dell’ipotesi del contatto hanno indagato i mediatori del contatto, ovvero attraverso quali processi il contatto riduce il pregiudizio. La recente meta-analisi di Pettigrew e Tropp (2008) ha evidenziato che i mediatori affettivi, come riduzione dell’ansia intergruppi ed aumento dell’empatia, hanno effetti più forti dei mediatori cognitivi, come la conoscenza dell’outgroup. In quattro studi correlazionali, abbiamo esplorato la relazione tra diverse forme di contatto ed il pregiudizio verso gli immigrati in Italia. Per quanto riguarda i mediatori della relazione tra contatto e riduzione del pregiudizio, abbiamo considerato i mediatori affettivi identificati da Pettigrew e Tropp (2008): l’ansia intergruppi, ovvero i sentimenti di disagio dovuti all’anticipazione dell’interazione con membri dell’outgroup (Stephan & Stephan, 1985), e l’empatia emotiva, ovvero la risposta emotiva orientata verso l’altro, congruente con la percezione del suo benessere (Batson et al., 1997). Oltre ad empatia ed ansia, abbiamo considerato un mediatore proposto più recentemente, ovvero la fiducia verso l’outgroup. La fiducia consiste nelle aspettative positive riguardo le intenzioni e il comportamento di altre persone o altri gruppi (Kramer & Carnevale, 2001), ed è associata ad atteggiamenti positivi e comportamenti cooperativi con l’outgroup. Come misure di pregiudizio, abbiamo considerato sia l’atteggiamento esplicito verso gli immigrati, sia misure più indirette di pregiudizio, ovvero il pregiudizio sottile ed una scala che misura la percentuale di crimini attribuita agli immigrati. Recenti approcci teorici hanno inoltre studiato una forma molto sottile di pregiudizio, che consiste nell’attribuire ai membri dell’outgroup meno emozioni secondarie e meno caratteristiche unicamente umane che ai membri dell’ingroup (infraumanizzazione; Leyens, Demoulin, Vaes, Gaunt, & Paladino, 2007). Abbiamo quindi considerato anche le percezioni di umanità dell’ingroup e dell’outgroup, ipotizzando, coerentemente con alcune evidenze empiriche (Brown, Eller, Leeds, & Stace, 2007; Capozza, Trifiletti, Vezzali, & Favara, 2012), che il contatto intergruppi positivo potesse aumentare la percezione dell’outgroup come definito da caratteristiche unicamente umane. Nel primo studio, a 174 partecipanti italiani è stato somministrato un questionario contenente misure di quantità del contatto approfondito con immigrati (Voci & Hewstone, 2003); misure di atteggiamento verso l’outgroup (Voci & Hewstone, 2003), pregiudizio sottile (adattamento della scala di Pettigrew & Meertens, 1995), attribuzione di tratti unicamente umani e non unicamente umani all’ingroup e all’outgroup (Capozza, et al., 2012), stima dei crimini commessi da immigrati (Pagotto, Voci, & Maculan, 2010); come processi emotivi legati al contatto, misure di ansia intergruppi (adattamento della scala di Stephan & Stephan, 1985), empatia emotiva (item adattati da Batson et al., 1997) e fiducia verso l’outgroup (Voci, 2006). Abbiamo applicato Modelli di Equazioni Strutturali con variabili latenti (Lisrel, Jöreskog & Sörbom, 2004) per verificare gli effetti del contatto; nel modello, la quantità del contatto era la variabile iniziale, empatia, ansia e fiducia erano i mediatori, e atteggiamento, pregiudizio, stima dei reati commessi dagli immigrati e tratti unicamente umani attribuiti all’outgroup erano le variabili finali. Il contatto con membri del gruppo esterno portava, attraverso la riduzione dell’ansia intergruppi e l’aumento di fiducia ed empatia, alla riduzione del pregiudizio sottile e della stima di reati commessi da immigrati, al miglioramento dell’atteggiamento e a una maggiore attribuzione di tratti unicamente umani agli immigrati. Il primo studio ha quindi confermato che il contatto diretto approfondito con membri dell’outgroup riduceva varie forme di pregiudizio, attraverso mediatori affettivi. Il contatto diretto con membri del gruppo esterno però non è sempre possibile e frequente; in contesti caratterizzati da forte segregazione, infatti, persone che appartengono a gruppi diversi potrebbero non avere occasione di sviluppare conoscenze approfondite; inoltre, anche in casi in cui il contatto è possibile, le persone potrebbero cercare amicizie all’interno dei membri del proprio gruppo, e non avere amici che fanno parte dell’outgroup (si veda, per esempio, Stearns, Buchmann, & Bonneau, 2009). In queste situazioni, forme indirette di contatto possono avere importanti effetti sugli atteggiamenti intergruppi. Wright, Aron, McLaughlin-Volpe e Ropp (1997) hanno proposto che anche il contatto esteso, ovvero la conoscenza che un membro dell’ingroup ha un amico che è un membro dell’outgroup, possa ridurre il pregiudizio verso l’intero outgroup. Ricerche sperimentali e correlazionali hanno dimostrato che il contatto esteso è efficace nella riduzione del pregiudizio verso vari outgroup, e che ha effetti significativi anche considerando simultaneamente gli effetti del contatto diretto (Turner, Hewstone, Voci, Paolini, & Christ, 2007). Recenti teorizzazioni hanno proposto che anche osservare interazioni intergruppi attraverso i mass media possa influenzare il pregiudizio e i rapporti intergruppi. Mutz e Goldman (2010), nella loro review sugli effetti sul pregiudizio dell’esposizione ai mass media, hanno sottolineato che i mass media sono la principale fonte di informazioni degli individui per formarsi impressioni sugli outgroup. Nel secondo studio abbiamo quindi indagato, oltre agli effetti del contatto diretto, anche gli effetti del contatto esteso con gli immigrati e del contatto attraverso i mass media. Per quanto riguarda il contatto attraverso i mass media, abbiamo scelto di considerare separatamente il contatto attraverso telegiornali e quotidiani ed il contatto attraverso film e fiction. Nello specifico, a 201 partecipanti italiani è stato somministrato un questionario, in cui erano inserite, oltre alle misure del questionario dello Studio 1, misure di contatto esteso (Wright et al., 1997, Turner, Hewstone, Voci, & Vonofakou, 2008), di contatto attraverso telegiornali e quotidiani, e di contatto attraverso film, telefilm e fiction. È stato verificato un modello di mediazione con variabili latenti, in cui le variabili iniziali erano i punteggi relativi alla quantità delle quattro forme di contatto (contatto diretto, contatto esteso, contatto attraverso telegiornali e quotidiani, contatto attraverso film e fiction); i mediatori e le variabili finali erano gli stessi del modello verificato nello Studio 1. Confermando i risultati dello Studio 1, il contatto diretto migliorava l’atteggiamento, aumentava l’attribuzione di tratti unicamente umani e diminuiva pregiudizio e stima dei reati, attraverso la mediazione delle tre emozioni verso l’outgroup (diminuzione dell’ansia, aumento di empatia e fiducia). Il contatto esteso migliorava gli atteggiamenti e diminuiva il pregiudizio attraverso la mediazione della fiducia. Il contatto attraverso notiziari e giornali invece aumentava tutte le forme di pregiudizio considerate, in parte attraverso la mediazione dell’ansia. Il contatto attraverso film e fiction, infine, aumentava l’attribuzione di tratti unicamente umani all’outgroup. La Studio 2 ha quindi dimostrato che il contatto diretto, il contatto esteso e il contatto attraverso film e fiction diminuivano il pregiudizio, mentre il contatto attraverso notiziari e giornali lo aumentava. Recenti meta-analisi e teorizzazioni sul contatto intergruppi (Pettigrew, 2008; Pettigrew & Tropp, 2006) hanno evidenziato la mancanza di ricerca sugli episodi negativi di contatto, e sul confronto tra gli effetti del contatto positivo e del contatto negativo. Nella maggior parte degli studi presenti in letteratura, infatti, le misure di contatto intergruppi riguardano quantità e qualità del contatto, o quantità di amicizie intergruppi; tramite tali procedure, risulta difficile analizzare il ruolo di episodi di contatto vissuti come positivi e di episodi di contatto vissuti come negativi. Nel terzo studio abbiamo quindi considerato la distinzione tra gli episodi positivi e negativi delle varie forme di contatto incluse nel secondo studio. A 330 partecipanti italiani è stato somministrato un questionario contenente, oltre alle misure di emozioni e di pregiudizio inserite nei questionari dei due precedenti studi, misure di quantità di episodi positivi e negativi di contatto diretto con immigrati, quantità di episodi positivi e negativi di contatto esteso con immigrati, quantità di episodi positivi e negativi di contatto attraverso telegiornali e quotidiani, quantità di episodi positivi e negativi di contatto attraverso film e fiction. Considerando le medie delle misure di contatto, è emerso che gli episodi di contatto diretto positivo erano più frequenti degli episodi di contatto diretto negativo; abbiamo trovato lo stesso risultato per il contatto esteso e per il contatto attraverso film e fiction; gli episodi negativi di contatto attraverso telegiornali e quotidiani invece erano molto più frequenti degli episodi positivi. È stato verificato un modello di mediazione con variabili latenti; le variabili iniziali del modello erano rappresentate dalla quantità di episodi positivi e negativi delle quattro forme di contatto considerate (otto variabili iniziali); i mediatori erano ansia intergruppi, fiducia ed empatia; le variabili finali erano atteggiamento, pregiudizio sottile, stima dei crimini e tratti unicamente umani attribuiti agli immigrati. Le forme di contatto maggiormente associate alla riduzione del pregiudizio erano il contatto diretto positivo ed il contatto esteso positivo, che diminuivano tutte le forme di pregiudizio, attraverso la mediazione delle tre emozioni intergruppi (diminuzione dell’ansia, aumento di empatia e fiducia). Anche il contatto attraverso notiziari e giornali era molto influente: il contatto positivo attraverso notiziari e giornali migliorava l’atteggiamento e aumentava l’attribuzione di tratti unicamente umani agli immigrati; gli episodi negativi erano invece legati ad un aumento di tutte le forme di pregiudizio. È importante notare che il contatto diretto positivo riduceva il pregiudizio più di quanto il contatto diretto negativo lo aumentasse; gli stessi risultati sono emersi per quanto riguarda il contatto esteso ed il contatto attraverso film e fiction, mentre il contatto negativo attraverso notiziari e giornali aumentava il pregiudizio più di quanto il contatto positivo attraverso notiziari e giornali lo riducesse. Nel quarto studio, abbiamo considerato, oltre alla variabili inserite nel questionario del terzo studio, l’atteggiamento implicito verso gli immigrati. I partecipanti erano 197 adulti e studenti italiani, che hanno completato un questionario contenente le stesse misure del questionario somministrato per lo Studio 3, e un Single Category IAT (SC-IAT, Karpinski & Steinman, 2006). Il punteggio dello SC-IAT è stato calcolato in modo che a valori più alti corrisponda un migliore atteggiamento implicito; il punteggio medio del campione era negativo; i partecipanti avevano quindi un atteggiamento implicito negativo verso gli immigrati. Attraverso l’analisi della regressione, abbiamo verificato gli effetti delle varie forme di contatto sul pregiudizio. Il contatto diretto positivo, il contatto esteso positivo ed il contatto positivo attraverso film e fiction erano fortemente associati a migliori atteggiamenti espliciti verso gli immigrati; il contatto diretto positivo ed il contatto positivo attraverso film e fiction inoltre miglioravano debolmente gli atteggiamenti impliciti verso gli immigrati. Il contatto diretto negativo ed il contatto negativo tramite telegiornali e quotidiani invece aumentavano il pregiudizio. Confermando i risultati dello Studio 3, il contatto diretto positivo, il contatto esteso positivo ed il contatto positivo attraverso film e fiction avevano effetti più forti, rispettivamente, del contatto diretto negativo, del contatto esteso negativo e del contatto negativo attraverso film e fiction; per quanto riguarda il contatto attraverso notiziari e quotidiani, gli episodi negativi aumentavano il pregiudizio più di quanto gli episodi positivo lo diminuissero. Considerando i risultati dei quattro studi insieme, i risultati hanno indicato che: 1. Tutte le quattro tipologie di contatto da noi considerate (contatto diretto, contatto esteso, contatto attraverso telegiornali e quotidiani, contatto attraverso film e fiction) hanno effetti sul pregiudizio e sugli atteggiamenti intergruppi. La forma di contatto che ha effetti più forti, influenzando le emozioni e le variabili finali in tutti gli studi, è il contatto diretto. 2. È utile considerare separatamente episodi positivi e negativi di contatto, che hanno effetti indipendenti. 3. Il contatto diretto ed il contatto esteso sono generalmente positivi, e gli episodi positivi di queste forme di contatto hanno effetti di riduzione del pregiudizio più forti rispetto a quanto gli episodi negativi aumentino il pregiudizio. 4. Per migliorare le relazioni tra italiani e immigrati, potrebbe essere utile favorire il più possibile il contatto diretto approfondito, considerando che, quando il contatto effettivamente avviene, gli episodi positivi sono molto più frequenti e hanno effetti più rilevanti degli episodi negativi. 5. Interventi potrebbero anche essere basati sul contatto esteso: sarebbe quindi utile favorire reti sociali con individui appartenenti a vari outgroup; potrebbero inoltre essere implementati programmi nelle scuole basati su lettura di libri o racconti che presentino storie di amicizia tra membri dell’ingroup e membri dell’outgroup. 6. Il contatto attraverso telegiornali e quotidiani è generalmente negativo; solo per quanto riguarda questa tipologia di contatto, gli episodi negativi hanno effetti più forti degli episodi positivi. Nel contesto analizzato, quindi, sarebbe necessario fornire linee guida ai mezzi di comunicazione, per evitare che le informazioni trasmesse sugli immigrati portino ad un aumento dei pregiudizi verso gli immigrati in generale. 7. Il contatto tramite film e fiction è generalmente positivo, e risulta legato principalmente alla percezione degli immigrati come definiti da tratti unicamente umani, e all’atteggiamento implicito verso gli immigrati.

Disentangling the role of different forms of contact: Effects on intergroup emotions, prejudice and outgroup humanization.

VISINTIN, EMILIO PAOLO
2013

Abstract

Secondo l’ipotesi del contatto, incontri positivi con membri di un gruppo estraneo riducono il pregiudizio verso l’intero gruppo (Allport, 1954). La ricerca ha ampiamente dimostrato l’efficacia del contatto nel migliorare le relazioni intergruppi in una grande varietà di situazioni e contesti culturali (Brown & Hewstone, 2005; Pettigrew & Tropp, 2006); ha inoltre dimostrato che il contatto positivo non solo migliora gli atteggiamenti espliciti verso i gruppi esterni, ma riduce anche forme più sottili e implicite di pregiudizio. Recenti sviluppi dell’ipotesi del contatto hanno indagato i mediatori del contatto, ovvero attraverso quali processi il contatto riduce il pregiudizio. La recente meta-analisi di Pettigrew e Tropp (2008) ha evidenziato che i mediatori affettivi, come riduzione dell’ansia intergruppi ed aumento dell’empatia, hanno effetti più forti dei mediatori cognitivi, come la conoscenza dell’outgroup. In quattro studi correlazionali, abbiamo esplorato la relazione tra diverse forme di contatto ed il pregiudizio verso gli immigrati in Italia. Per quanto riguarda i mediatori della relazione tra contatto e riduzione del pregiudizio, abbiamo considerato i mediatori affettivi identificati da Pettigrew e Tropp (2008): l’ansia intergruppi, ovvero i sentimenti di disagio dovuti all’anticipazione dell’interazione con membri dell’outgroup (Stephan & Stephan, 1985), e l’empatia emotiva, ovvero la risposta emotiva orientata verso l’altro, congruente con la percezione del suo benessere (Batson et al., 1997). Oltre ad empatia ed ansia, abbiamo considerato un mediatore proposto più recentemente, ovvero la fiducia verso l’outgroup. La fiducia consiste nelle aspettative positive riguardo le intenzioni e il comportamento di altre persone o altri gruppi (Kramer & Carnevale, 2001), ed è associata ad atteggiamenti positivi e comportamenti cooperativi con l’outgroup. Come misure di pregiudizio, abbiamo considerato sia l’atteggiamento esplicito verso gli immigrati, sia misure più indirette di pregiudizio, ovvero il pregiudizio sottile ed una scala che misura la percentuale di crimini attribuita agli immigrati. Recenti approcci teorici hanno inoltre studiato una forma molto sottile di pregiudizio, che consiste nell’attribuire ai membri dell’outgroup meno emozioni secondarie e meno caratteristiche unicamente umane che ai membri dell’ingroup (infraumanizzazione; Leyens, Demoulin, Vaes, Gaunt, & Paladino, 2007). Abbiamo quindi considerato anche le percezioni di umanità dell’ingroup e dell’outgroup, ipotizzando, coerentemente con alcune evidenze empiriche (Brown, Eller, Leeds, & Stace, 2007; Capozza, Trifiletti, Vezzali, & Favara, 2012), che il contatto intergruppi positivo potesse aumentare la percezione dell’outgroup come definito da caratteristiche unicamente umane. Nel primo studio, a 174 partecipanti italiani è stato somministrato un questionario contenente misure di quantità del contatto approfondito con immigrati (Voci & Hewstone, 2003); misure di atteggiamento verso l’outgroup (Voci & Hewstone, 2003), pregiudizio sottile (adattamento della scala di Pettigrew & Meertens, 1995), attribuzione di tratti unicamente umani e non unicamente umani all’ingroup e all’outgroup (Capozza, et al., 2012), stima dei crimini commessi da immigrati (Pagotto, Voci, & Maculan, 2010); come processi emotivi legati al contatto, misure di ansia intergruppi (adattamento della scala di Stephan & Stephan, 1985), empatia emotiva (item adattati da Batson et al., 1997) e fiducia verso l’outgroup (Voci, 2006). Abbiamo applicato Modelli di Equazioni Strutturali con variabili latenti (Lisrel, Jöreskog & Sörbom, 2004) per verificare gli effetti del contatto; nel modello, la quantità del contatto era la variabile iniziale, empatia, ansia e fiducia erano i mediatori, e atteggiamento, pregiudizio, stima dei reati commessi dagli immigrati e tratti unicamente umani attribuiti all’outgroup erano le variabili finali. Il contatto con membri del gruppo esterno portava, attraverso la riduzione dell’ansia intergruppi e l’aumento di fiducia ed empatia, alla riduzione del pregiudizio sottile e della stima di reati commessi da immigrati, al miglioramento dell’atteggiamento e a una maggiore attribuzione di tratti unicamente umani agli immigrati. Il primo studio ha quindi confermato che il contatto diretto approfondito con membri dell’outgroup riduceva varie forme di pregiudizio, attraverso mediatori affettivi. Il contatto diretto con membri del gruppo esterno però non è sempre possibile e frequente; in contesti caratterizzati da forte segregazione, infatti, persone che appartengono a gruppi diversi potrebbero non avere occasione di sviluppare conoscenze approfondite; inoltre, anche in casi in cui il contatto è possibile, le persone potrebbero cercare amicizie all’interno dei membri del proprio gruppo, e non avere amici che fanno parte dell’outgroup (si veda, per esempio, Stearns, Buchmann, & Bonneau, 2009). In queste situazioni, forme indirette di contatto possono avere importanti effetti sugli atteggiamenti intergruppi. Wright, Aron, McLaughlin-Volpe e Ropp (1997) hanno proposto che anche il contatto esteso, ovvero la conoscenza che un membro dell’ingroup ha un amico che è un membro dell’outgroup, possa ridurre il pregiudizio verso l’intero outgroup. Ricerche sperimentali e correlazionali hanno dimostrato che il contatto esteso è efficace nella riduzione del pregiudizio verso vari outgroup, e che ha effetti significativi anche considerando simultaneamente gli effetti del contatto diretto (Turner, Hewstone, Voci, Paolini, & Christ, 2007). Recenti teorizzazioni hanno proposto che anche osservare interazioni intergruppi attraverso i mass media possa influenzare il pregiudizio e i rapporti intergruppi. Mutz e Goldman (2010), nella loro review sugli effetti sul pregiudizio dell’esposizione ai mass media, hanno sottolineato che i mass media sono la principale fonte di informazioni degli individui per formarsi impressioni sugli outgroup. Nel secondo studio abbiamo quindi indagato, oltre agli effetti del contatto diretto, anche gli effetti del contatto esteso con gli immigrati e del contatto attraverso i mass media. Per quanto riguarda il contatto attraverso i mass media, abbiamo scelto di considerare separatamente il contatto attraverso telegiornali e quotidiani ed il contatto attraverso film e fiction. Nello specifico, a 201 partecipanti italiani è stato somministrato un questionario, in cui erano inserite, oltre alle misure del questionario dello Studio 1, misure di contatto esteso (Wright et al., 1997, Turner, Hewstone, Voci, & Vonofakou, 2008), di contatto attraverso telegiornali e quotidiani, e di contatto attraverso film, telefilm e fiction. È stato verificato un modello di mediazione con variabili latenti, in cui le variabili iniziali erano i punteggi relativi alla quantità delle quattro forme di contatto (contatto diretto, contatto esteso, contatto attraverso telegiornali e quotidiani, contatto attraverso film e fiction); i mediatori e le variabili finali erano gli stessi del modello verificato nello Studio 1. Confermando i risultati dello Studio 1, il contatto diretto migliorava l’atteggiamento, aumentava l’attribuzione di tratti unicamente umani e diminuiva pregiudizio e stima dei reati, attraverso la mediazione delle tre emozioni verso l’outgroup (diminuzione dell’ansia, aumento di empatia e fiducia). Il contatto esteso migliorava gli atteggiamenti e diminuiva il pregiudizio attraverso la mediazione della fiducia. Il contatto attraverso notiziari e giornali invece aumentava tutte le forme di pregiudizio considerate, in parte attraverso la mediazione dell’ansia. Il contatto attraverso film e fiction, infine, aumentava l’attribuzione di tratti unicamente umani all’outgroup. La Studio 2 ha quindi dimostrato che il contatto diretto, il contatto esteso e il contatto attraverso film e fiction diminuivano il pregiudizio, mentre il contatto attraverso notiziari e giornali lo aumentava. Recenti meta-analisi e teorizzazioni sul contatto intergruppi (Pettigrew, 2008; Pettigrew & Tropp, 2006) hanno evidenziato la mancanza di ricerca sugli episodi negativi di contatto, e sul confronto tra gli effetti del contatto positivo e del contatto negativo. Nella maggior parte degli studi presenti in letteratura, infatti, le misure di contatto intergruppi riguardano quantità e qualità del contatto, o quantità di amicizie intergruppi; tramite tali procedure, risulta difficile analizzare il ruolo di episodi di contatto vissuti come positivi e di episodi di contatto vissuti come negativi. Nel terzo studio abbiamo quindi considerato la distinzione tra gli episodi positivi e negativi delle varie forme di contatto incluse nel secondo studio. A 330 partecipanti italiani è stato somministrato un questionario contenente, oltre alle misure di emozioni e di pregiudizio inserite nei questionari dei due precedenti studi, misure di quantità di episodi positivi e negativi di contatto diretto con immigrati, quantità di episodi positivi e negativi di contatto esteso con immigrati, quantità di episodi positivi e negativi di contatto attraverso telegiornali e quotidiani, quantità di episodi positivi e negativi di contatto attraverso film e fiction. Considerando le medie delle misure di contatto, è emerso che gli episodi di contatto diretto positivo erano più frequenti degli episodi di contatto diretto negativo; abbiamo trovato lo stesso risultato per il contatto esteso e per il contatto attraverso film e fiction; gli episodi negativi di contatto attraverso telegiornali e quotidiani invece erano molto più frequenti degli episodi positivi. È stato verificato un modello di mediazione con variabili latenti; le variabili iniziali del modello erano rappresentate dalla quantità di episodi positivi e negativi delle quattro forme di contatto considerate (otto variabili iniziali); i mediatori erano ansia intergruppi, fiducia ed empatia; le variabili finali erano atteggiamento, pregiudizio sottile, stima dei crimini e tratti unicamente umani attribuiti agli immigrati. Le forme di contatto maggiormente associate alla riduzione del pregiudizio erano il contatto diretto positivo ed il contatto esteso positivo, che diminuivano tutte le forme di pregiudizio, attraverso la mediazione delle tre emozioni intergruppi (diminuzione dell’ansia, aumento di empatia e fiducia). Anche il contatto attraverso notiziari e giornali era molto influente: il contatto positivo attraverso notiziari e giornali migliorava l’atteggiamento e aumentava l’attribuzione di tratti unicamente umani agli immigrati; gli episodi negativi erano invece legati ad un aumento di tutte le forme di pregiudizio. È importante notare che il contatto diretto positivo riduceva il pregiudizio più di quanto il contatto diretto negativo lo aumentasse; gli stessi risultati sono emersi per quanto riguarda il contatto esteso ed il contatto attraverso film e fiction, mentre il contatto negativo attraverso notiziari e giornali aumentava il pregiudizio più di quanto il contatto positivo attraverso notiziari e giornali lo riducesse. Nel quarto studio, abbiamo considerato, oltre alla variabili inserite nel questionario del terzo studio, l’atteggiamento implicito verso gli immigrati. I partecipanti erano 197 adulti e studenti italiani, che hanno completato un questionario contenente le stesse misure del questionario somministrato per lo Studio 3, e un Single Category IAT (SC-IAT, Karpinski & Steinman, 2006). Il punteggio dello SC-IAT è stato calcolato in modo che a valori più alti corrisponda un migliore atteggiamento implicito; il punteggio medio del campione era negativo; i partecipanti avevano quindi un atteggiamento implicito negativo verso gli immigrati. Attraverso l’analisi della regressione, abbiamo verificato gli effetti delle varie forme di contatto sul pregiudizio. Il contatto diretto positivo, il contatto esteso positivo ed il contatto positivo attraverso film e fiction erano fortemente associati a migliori atteggiamenti espliciti verso gli immigrati; il contatto diretto positivo ed il contatto positivo attraverso film e fiction inoltre miglioravano debolmente gli atteggiamenti impliciti verso gli immigrati. Il contatto diretto negativo ed il contatto negativo tramite telegiornali e quotidiani invece aumentavano il pregiudizio. Confermando i risultati dello Studio 3, il contatto diretto positivo, il contatto esteso positivo ed il contatto positivo attraverso film e fiction avevano effetti più forti, rispettivamente, del contatto diretto negativo, del contatto esteso negativo e del contatto negativo attraverso film e fiction; per quanto riguarda il contatto attraverso notiziari e quotidiani, gli episodi negativi aumentavano il pregiudizio più di quanto gli episodi positivo lo diminuissero. Considerando i risultati dei quattro studi insieme, i risultati hanno indicato che: 1. Tutte le quattro tipologie di contatto da noi considerate (contatto diretto, contatto esteso, contatto attraverso telegiornali e quotidiani, contatto attraverso film e fiction) hanno effetti sul pregiudizio e sugli atteggiamenti intergruppi. La forma di contatto che ha effetti più forti, influenzando le emozioni e le variabili finali in tutti gli studi, è il contatto diretto. 2. È utile considerare separatamente episodi positivi e negativi di contatto, che hanno effetti indipendenti. 3. Il contatto diretto ed il contatto esteso sono generalmente positivi, e gli episodi positivi di queste forme di contatto hanno effetti di riduzione del pregiudizio più forti rispetto a quanto gli episodi negativi aumentino il pregiudizio. 4. Per migliorare le relazioni tra italiani e immigrati, potrebbe essere utile favorire il più possibile il contatto diretto approfondito, considerando che, quando il contatto effettivamente avviene, gli episodi positivi sono molto più frequenti e hanno effetti più rilevanti degli episodi negativi. 5. Interventi potrebbero anche essere basati sul contatto esteso: sarebbe quindi utile favorire reti sociali con individui appartenenti a vari outgroup; potrebbero inoltre essere implementati programmi nelle scuole basati su lettura di libri o racconti che presentino storie di amicizia tra membri dell’ingroup e membri dell’outgroup. 6. Il contatto attraverso telegiornali e quotidiani è generalmente negativo; solo per quanto riguarda questa tipologia di contatto, gli episodi negativi hanno effetti più forti degli episodi positivi. Nel contesto analizzato, quindi, sarebbe necessario fornire linee guida ai mezzi di comunicazione, per evitare che le informazioni trasmesse sugli immigrati portino ad un aumento dei pregiudizi verso gli immigrati in generale. 7. Il contatto tramite film e fiction è generalmente positivo, e risulta legato principalmente alla percezione degli immigrati come definiti da tratti unicamente umani, e all’atteggiamento implicito verso gli immigrati.
30-gen-2013
Inglese
Ipotesi del contatto; contatto diretto; contatto esteso; contatto attraverso mass media; contatto positivo; contatto negativo; pregiudizio; emozioni intergruppi; deumanizzazione. Contact hypothesis; direct contact; extended contact; contact through mass media; positive contact; negative contact; prejudice; intergroup emotions; dehumanization.
VOCI, ALBERTO
ROBUSTO, EGIDIO
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-88264