Scopo dello studio Analizzare microRNA specifici coinvolti nella patogenesi dell’ADPKD e nello sviluppo della fibrosi, valutando il loro potenziale ruolo come predittori di perdita di funzione renale e correlare i dati alla presenza di tessuto fibrotico renale. Materiali e metodi In 32 pazienti ADPKD con diverso grado di funzione renale, l’eGFR (CKD-EPI) è stato valutato a T0 e T1 (24 mesi). A T0 è stato eseguito un prelievo di campione di plasma per l’analisi quantitativa dell’espressione dei microRNA h-miR-17-5p, h-miR-21-5p e h-miR-199a-5p, mediante metodica qRT-PCR (miRNeasy Serum/Plasma Kit (Qiagen)) e una RM 3T, mediante un protocollo d’imaging RM avanzato, per la quantificazione del volume renale totale (TKV), perfusionale (TPV) e fibrotico (TFV). Risultati I microRNA analizzati sono risultati correlati tra loro (r=0.51 per h-miR21-5p e h-miR17-5p; r=0.43 per h-miR21-5p e miR-199a-5p; r=0.31 per h-miR17-5p e miR-199a-5p, p<0.05). L’espressione di h-miR17-5p è risultata maggiore (p<0.05) nei pazienti ADPKD con rapida progressione di malattia (RP). h-miR-17-5p, h-miR-21-5p e h-mir-199-5p hanno mostrato una correlazione positiva e significativa con l’eGFR Slope (mL/min/1.73 m2/anno) (rispettivamente r=0.34, r=0.41, r=0.37, p<0.05) e non con l’eGFR sia a T0 che T1. Sono risultati positivamente e significativamente correlati a h-miR 21-5p e h-miR 199-5p sia il TFV (cm3) (rispettivamente r=0.38, r=0.34, p<0.05) sia l’hATFV (cm3/m) (rispettivamente r=0.40, r=0.36, p<0.05), ma non il TKV (cm3) e l’hATKV (cm3/m). Conclusioni I microRNA studiati sono risultati associati alla fibrosi e alla sopravvivenza renale, confermando il loro possibile ruolo come biomarcatori, in grado di identificare pazienti ADPKD ad alto rischio di progressione di malattia indipendentemente dal grado di funzione renale e quindi idonei ad una terapia medica, rappresentando un target terapeutico volto all’utilizzo di antimir e definendo nuovi possibili meccanismi molecolari alla base della cistogenesi.
Studio longitudinale prospettico volto a valutare la relazione tra microRNA e fibrosi renale nella malattia renale policistica autosomica dominante
MASTROLUCA, DANIELA
2022
Abstract
Scopo dello studio Analizzare microRNA specifici coinvolti nella patogenesi dell’ADPKD e nello sviluppo della fibrosi, valutando il loro potenziale ruolo come predittori di perdita di funzione renale e correlare i dati alla presenza di tessuto fibrotico renale. Materiali e metodi In 32 pazienti ADPKD con diverso grado di funzione renale, l’eGFR (CKD-EPI) è stato valutato a T0 e T1 (24 mesi). A T0 è stato eseguito un prelievo di campione di plasma per l’analisi quantitativa dell’espressione dei microRNA h-miR-17-5p, h-miR-21-5p e h-miR-199a-5p, mediante metodica qRT-PCR (miRNeasy Serum/Plasma Kit (Qiagen)) e una RM 3T, mediante un protocollo d’imaging RM avanzato, per la quantificazione del volume renale totale (TKV), perfusionale (TPV) e fibrotico (TFV). Risultati I microRNA analizzati sono risultati correlati tra loro (r=0.51 per h-miR21-5p e h-miR17-5p; r=0.43 per h-miR21-5p e miR-199a-5p; r=0.31 per h-miR17-5p e miR-199a-5p, p<0.05). L’espressione di h-miR17-5p è risultata maggiore (p<0.05) nei pazienti ADPKD con rapida progressione di malattia (RP). h-miR-17-5p, h-miR-21-5p e h-mir-199-5p hanno mostrato una correlazione positiva e significativa con l’eGFR Slope (mL/min/1.73 m2/anno) (rispettivamente r=0.34, r=0.41, r=0.37, p<0.05) e non con l’eGFR sia a T0 che T1. Sono risultati positivamente e significativamente correlati a h-miR 21-5p e h-miR 199-5p sia il TFV (cm3) (rispettivamente r=0.38, r=0.34, p<0.05) sia l’hATFV (cm3/m) (rispettivamente r=0.40, r=0.36, p<0.05), ma non il TKV (cm3) e l’hATKV (cm3/m). Conclusioni I microRNA studiati sono risultati associati alla fibrosi e alla sopravvivenza renale, confermando il loro possibile ruolo come biomarcatori, in grado di identificare pazienti ADPKD ad alto rischio di progressione di malattia indipendentemente dal grado di funzione renale e quindi idonei ad una terapia medica, rappresentando un target terapeutico volto all’utilizzo di antimir e definendo nuovi possibili meccanismi molecolari alla base della cistogenesi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/96854
URN:NBN:IT:UNIROMA1-96854